La Gazzetta dello Sport, 9 febbraio 2021
Tom Brady e gli altri che hanno battuto il tempo
La verità è che non c’è nessuno che per importanza dell’impresa e per l’età in cui l’ha compiuta sia davvero paragonabile a Tom Brady. Non negli altri sport di squadra (calcio escluso), perché i più anziani trionfatori nei più importanti campionati non sono stati nemmeno lontanamente decisivi come lo è stato lui. Non il 43 enne Robert Parish quando vinse le finali NBA coi Chicago Bulls, nel 1997. Né Pupo Dall’Olio, 41enne secondo palleggiatore di Modena dello scudetto 1995, o Sergey Tetiukhin, 40enne martello del Belgorod campione di Russia 2016. Neanche Chris Chelios che si è preso la Stanley Cup del 2008 coi Detroit Red Wings a 46 anni. E in definitiva nemmeno Jack Quinn che pure ha vinto le World Series del 1930 coi Philadelphia A’s a 47 anni nell’usurante ruolo di lanciatore. Ma era ormai un rincalzo, e poi erano altri tempi.
Boxe, F.1 e ciclismo...
Per ruolo, carisma e capacità di essere determinante Brady può esser paragonato solo a campioni di sport individuali. Difficile però farlo coi matusa che trionfavano nel motorsport di una volta. Con Luigi Fagioli, 52enne vincitore di GP a Reims nella Formula 1 del 1951, o con Juan Manuel Fangio campione del mondo 46enne nel 1957. O ancora con Fergus Anderson primo nelle 500 al GP di Spagna del 1953 a 44anni. Meglio parlare di “Big” George Foreman che nel 1994 prima disse: «La questione non è la mia età, ma che borsa mi danno». E dopo il match con Michael Moorer concluse: «Sono troppo vecchio, troppo grasso, ma sono Campione del Mondo». A 45 anni. Nella boxe del resto la longevità è di moda. Bernard Hopkins si è preso la corona dei massimi leggeri nel 2013 a 48 anni. E Manny Paquiao è sempre vispo e attivo, l’ultimo titolo – welter WBA – lo ha conquistato nel 2019, a 40 anni. Ne aveva tre di più, nel 2013, Chris Horner, americano nato ad Okinawa, quando vinse la Vuelta di Spagna nel 2013. Ci vuole un fisico bestiale a trionfare in una corsa a tappe a 43 anni. Ma la Vuelta può stare al ciclismo come il Super Bowl al football? Probabilmente no. E allora forse dobbiamo spostare l’attenzione su fenomeni che con Brady condividono l’appartenenza alla stesa generazione.
Tiger, Roger e Vale...
Sugli altri infiniti eroi di questo tempo felice per lo sport. Su Tiger Woods, per esempio. Tra i suoi predecessori, Julius Boros vinse un torneo del PGA a 48 anni, Jack Nicklaus un Masters a 46. Tiger ne ha 45 ed è ancora lì. Poi, con tutto il rispetto, una cosa è passeggiare tranquilli su un bel prato verde, un’altra è rischiare la spina dorsale ad ogni benedetto snap. Roger Federer ad agosto ne farà 40. Il record di Ken Rosewall, campione degli Australian Open del 1972 a 37 anni e un mese è alla sua portata. Tra una settimana giusta Valentino Rossi ne compirà 42. Non vince da 60 GP, ma se mette ancora il casco come lui è perché ci crede. Crede di poter essere il Tom Brady degli italiani.