La Lettura, 7 febbraio 2021
12QQAFM10 Il sequel mai scritto del libro di Harper Lee
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Per sedici anni Harper Lee cercò invano di scrivere un secondo romanzo dopo Il buio oltre la siepe (1960). Alla fine si imbatté in Willie Maxwell, predicatore evangelico afroamericano, sospettato di aver ucciso mogli, fratelli e altri parenti, per riscuoterne le polizze vita. Alla veglia per l’ultima vittima di Maxwell, una ragazza, un pacifico padre di famiglia, reduce dal Vietnam, gli sparò uccidendolo. L’Alabama intera, in preda a psicosi da serial killer impunito, sospirò di sollievo. Harper Lee era amica d’infanzia di Truman Capote e lo aveva molto aiutato per A sangue freddo. E forse gli aveva sempre invidiato quel capolavoro. La storia di Maxwell poteva diventare il suo A sangue freddo? Così il primo giorno del processo all’assassino del predicatore pluriassassino, la scrittrice si presentò in aula munita di block notes. Da allora per dieci anni faticò indefessamente a Il Reverendo, l’agognato secondo romanzo. Ne scrisse solo il primo capitolo. Dieci pagine, una per ogni anno di lavoro. Poi abbandonò di colpo, come un pugile che ha capito di aver perso. Harper Lee diceva sempre che non esisteva cosa da lei più amata «della bellezza di una frase inglese». Un anonimo giornalista aveva detto: «Scrivere è facile: tutto ciò che devi fare è sederti a fissare un foglio bianco fino a quando sulla fronte non fioriscono gocce di sangue». Ergo: bisogna sanguinare perché fiorisca sul foglio una frase inglese in tutta la sua bellezza. Ma per Harper Lee non era più stagione di fioriture (come Jep Gambardella era destinata a un unico libro). La storia di come non fu scritto Il Reverendo la racconta superbamente, metempsicoticamente, Casey Cep (firma del «New Yorker») in Ore disperate. L’ultimo processo di Harper Lee. P.S. Questa rubrica ha una regola inderogabile: parlare solo di libri presenti in classifica. Ore disperate in classifica non c’è, ma essendo il sequel mai scritto del Buio oltre la siepe, perennemente in classifica, vale uno strappo alla regola.