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 2021  febbraio 05 Venerdì calendario

Periscopio

La prosa dei dpcm è più oscena di una casa di tolleranza. Mattia Feltri. Huffington Post.

Vorrei figli, ma non ho fretta. Il segreto della longevità è credere nella longevità. In questo momento la mia preoccupazione è rendere felici le persone che mi sono intorno. Cesare Cremonini, cantante (Aldo Cazzullo). Corsera.

So cucinare tutto però non così bene come i 350 cuochi che ho avuto al mio servizio. Il più bravo scriveva «carottte», con tre «t». Il giorno che se ne andò mi disse: «Me racomando, siór Arrigo, el asùma uno che l’àbia studià». Arrigo Cipriani, proprietario dell’Harris Bar (Stefano Lorenzetto), l’Arena.

Domenico la mattina arriva in ufficio con i taccuini pieni dei disegni che ha fatto la sera o la notte, a casa. Io riesco a staccare completamente, lui mai, persino in vacanza entra in crisi da astinenza dal lavoro. Stefano Gabbana (Daniela Monti). Corsera.

Sono più ansiosa adesso di prima. Mi manca tanto la libertà. Ho vissuto i primi mesi del lockdown a Porto Santo Stefano (Argentario), avevo il giardino, passeggiavo, facevo la spesa e vedevo il mare. Sono stata privilegiata. Ora sono a Roma e soffro di più. Proprio giorni fa mi sono chiesta: quali sono le cose belle accadute nel 2020? Nessuna, nulla. Raffaella Carrà (Maria Volpe). Sette.

Che cosa altro deve succedere in Italia perché cambi il sistema politico, perché cambino le regole che lo governano? Non basta avere da tre anni come presidente del Consiglio un signor nessuno mai presentatosi in alcuna competizione elettorale? Ernesto Galli della Loggia, storico (Maurizio Caversan), la Verità.

Conte dovrebbe smettere di ascoltare i suoi pessimi consiglieri, e tirare dentro Renzi. A quel punto, quindi con uno schieramento almeno decoroso, io penso ci sarebbero anche le condizioni per veder arrivare gente come Toti, come la Carfagna. Se invece Conte continua a star lì con il pallottoliere, è spacciato. Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera (Fabrizio Roncone). Corsera.

Giuseppi ha un «agente all’Avana» che però non è Alessandro Di Battista. Si tratta invece di Ugo Zampetti, Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, segno zodiacale capricorno. Missione: un Conte ter. Il grand commis sta lavorando alacremente affinché solo il dimissionario governo giallo-rosso si ricomponga. Sempre che, nello schema che sta esplorando la giovane marmotta Roberto Fico, il Pd di Zingaretti decida di suicidarsi definitivamente. Fuori ancora da Palazzo Chigi e dal Viminale, dove dovrebbe restare la sceriffa Luciana Lamorgese, preferita dal nostro agente Z, ma anche adieu al Mef, dove siede lo zelante Roberto Gualtieri, punta di diamante della scuderia di Goffredo Bettini, il più intelligente e sottile dirigente del Pd. Al suo posto, come pretende Matteo Renzi, un tecnico come Carlo Cottarelli o, direttamente catapultato dalla Bce, Fabio Panetta. Luigi Bisignani, il Tempo.

Ho smesso da tempo di leggere le decine di pagine che ogni giorno i quotidiani dedicano ai retroscena di palazzo, le analisi, i commenti. Ma a chi importa quella roba? Non esiste nessuna persona equilibrata, sensata e di normale cultura che legga anche un quarto degli articoli di politica pubblicati oggi. Sotto i trent’anni è lo zero assoluto, non ce n’è uno che legga quella roba. Pierluigi Battista (Simonetta Sciandivasci). il Foglio.

Too little, too late... Palamara non ha detto tutto, e avrebbe fatto meglio a dirlo prima. Ma quello che ha detto (e anche quello che sta tacendo) rivela una realtà che noi magistrati conoscevamo perfettamente: lo strapotere delle correnti, il mercimonio delle cariche, le interferenze reciproche tra giustizia e politica. Con un aspetto ancora più allarmante, che riguarda il caso del processo a Matteo Salvini, per la cui gestione Palamara adombra condizionamenti ideologici. Ora, se la giustizia condiziona la politica, come avviene dal ’92, è un peccato mortale. Ma se la politica condiziona la giustizia, come potrebbe essere accaduto nel caso di Salvini, allora è un sacrilegio, al quale non voglio nemmeno pensare. Per questo serve fare chiarezza. Carlo Nordio, ex magistrato (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.

Scrive molto, Mellini. Il più delle volte in polemica con qualche sentenza o per prendersela con le quotidiane nequizie dei tribunali. Un paio d’anni fa, si è preso però una pausa per ripiegare su stesso e ricordare in un libriccino (Ritorno a Tolfa) la sua infanzia sui Monti della Tolfa, due passi dal porto di Civitavecchia dov’è nato. Le Elementari tra le rupi, le Medie in città. Di nuovo sui monti, per sfuggire ai bombardamenti del ’43-’44. Poi Roma, per gli studi adulti e la scelta di vita. Mauro Mellini, avvocato (Gian Carlo Perna). Libero.

Che hai preso da Piergiorgio Frassati, tuo zio beato? Lo ammiro per il ricordo che ha lasciato in tutto il mondo. Un giorno, all’aeroporto di Haiti, mi misi a parlare con un gigantesco prete nero. Era il vescovo. Quando venne fuori che ero il nipote del beato Frassati, mi sollevò di peso, abbracciandomi con tutto l’entusiasmo della devozione che aveva per mio zio. Jas Gawronski, giornalista (Giancarlo Perna). Libero.

Beppe Fenoglio morì nel 1963, a soli 41 anni, portato via da un tumore ai polmoni cui non dovevano essere state estranee le 60 sigarette al giorno che aveva fumato per una vita. Era uno scrittore già conosciuto, sempre a un passo dal grande salto da gloria locale a star letteraria nazionale. Difficile che questa transizione arrivi, se te ne rimani tutta la vita ad Alba, come fa lui. Maurizio Pilotti, Libertà.

Mia moglie è molto bella, molto intelligente. Le devo tutto. Ci siamo fidanzati che avevo 19 anni, sposati che ne avevo 29. Mi ha visto in tutte le fasi: studente fallito, imprenditore fallito… Ed è sempre stata lì. Mi è sempre stata di aiuto in tutto. Legge i miei libri man mano che scrivo. È una tale lettrice fantastica che il mio editore americano chiede a lei cosa pubblicare. Edoardo Nesi, scrittore (Candida Morvillo). Corsera.

Molti miei colleghi hanno sofferto di depressione perché avevano commesso l’errore di mettere il lavoro al primo posto. E quando la carriera è giunta al tramonto, si sono ritrovati soli. Finiti in un tunnel buio. La salvezza è invece la famiglia, gli affetti più cari che non tradiscono mai e ti restano accanto fino all’ultimo dei giorni. Io questi affetti ho la fortuna di averli. E mi li tengo stretti. Carlo Verdone, attore e regista (Nino Materi), il Giornale.

Appuntamenti a una donna non ne do più. Temendo di arrivare in tempo. Roberto Gervaso.