ItaliaOggi, 4 febbraio 2021
Sciiti Über Alles
Improvvisamente, dopo averli coccolati nei momenti in cui attaccavano politicamente e militarmente Israele, il giornalismo italiano scopre che i regimi islamici, a cominciare dalla teocrazia saudita, sono «autoritari». Ma guarda un po’. Sono teocrazie, mica falansteri californiani o paesi di cuccagna. Regimi in cui chi sgarra, o contesta il Libro sacro, la paga cara: via la testa, oppure al muro.Bastava, per capirlo, un QI di portata media, e appena un’infarinatura d’alfabetizzazione. Ma l’«autoritarismo» dei regimi islamici, prima che Matteo Renzi volasse a Riad per una conferenza molto ben pagata di venti minuti, ma soprattutto prima del Patto di Abramo firmato a Washington tra Emirati, Bahrein e Israele in funzione anti-iraniana, non aveva mai scandalizzato e nemmeno impressionato il nostro giornalismo engagé, ai cui occhi le cose mediorientali sono sempre state molto semplici, o meglio sempliciotte: i paesi islamici sono da condannare quando si schierano «a fianco dell’imperialismo americano» contro Teheran o Baghdad e sono, al contrario, regimi «sinceramente democratici», o almeno governati da decorosi «compagni di strada», quando agitano la scimitarra contro Gerusalemme, potenza quella sì autoritaria, nonché razzista, teocratica, militarista, e persino un po’ nazista. Prima si sorvolava sulla natura fondamentalista dei paesi islamici. Teocrate? Teocrate a chi? Gli oppressori, i capitalisti, i sionisti, chiamano spregiativamente «islamiste» le «moltitudini» e bollano come «fondamentalisti» i dannati (e dunque il sale) della terra. «Autoritari»? Ma quando mai? Sono «le loro tradizioni», e vanno rispettate anche quando le disapproviamo.
Si tacciava (e si taccia) d’islamofobia chi soltanto accennava (o accenna) meno che rispettosamente all’Islam. Dei mormoni, o dei cattolici, come pure dei Testimoni di Geova, degli zoroastriani e dei «rischiarati» di Scientology, si può dire tutto quel che si vuole, senza ricorrere a eufemismi o indoramenti di pillola.
Dell’Islam no, la religione di Maometto è intoccabile (non fosse che perché il mormone lascia correre, e l’islamista no, reagisce malissimo, sappiamo come). Guai all’ateo, guai al vignettista, guai al libero pensatore, guai al politico. Sull’Islam, sulla sua natura (a dir poco) «autoritaria», è calato il burqa del politically correct.
Dell’Islam, fino a ieri, non era lecito sparlare né parlare, come per gl’iconoclasti, islamici compresi, non è lecito farsi immagine della figura umana. C’era un tabù. Che adesso è caduto – revocato dal Patto di Abramo e, più in piccolo, dalla Conferenza Pagata Ben 80 mila euro a Matteo Renzi. Resiste il tabù che proibisce di prendere partito contro gli ayatollah atomici di Teheran, ultimo baluardo della lotta dura senza paura contro sionisti e imperialisti. Sciiti Über Alles.