Avvenire, 4 febbraio 2021
La tratta mondiale degli sciuscià del pallone
Il terrificante e purtroppo assai consolidato, a livello internazionale, fenomeno del Football Trafficking, ovvero la tratta di esseri umani tramite il più grande “sogno collettivo” del mondo globalizzato, cioè il calcio, resta per tanti aspetti, impenetrabile ed indecifrabile. Questo a dispetto della clamorosa esposizione mediatica dello sport più popolare al mondo.
Da diversi anni ormai l’Africa, il Sud Est Asiatico e l’America Latina, su tutte, sono terre dove il diritto viene calpestato sistematicamente, ricche di opportunità per fantomatici agenti Fifa, cinici ed improvvisati Talent scout pronti a tutto per arricchirsi sulle spalle dei propri, presunti, assistiti. Così ogni anno decine di migliaia di ragazzi, perlopiù minorenni, spesso provenienti da famiglie poverissime, ammaliati dal sogno di un futuro del tutto diverso grazie al calcio, abbandonano la terra natia, mettendo sia il proprio destino sportivo ed umano che grandi somme di denaro, nelle mani di trafficanti d’esseri umani 2.0. Una rilettura, in chiave postmoderna, dei “viaggi della speranza” che sviluppano un copione preordinato e messo in atto, al netto di ogni scrupolo: i fantomatici agenti Fifa/Talent scout, dopo aver promesso alle famiglie contratti milionari ed un luminoso futuro nel calcio che conta, incassano una determinata somma di denaro ed abbandonano i loro assistiti in terre a loro sconosciute: quasi sempre senza documenti, senza contratto, senza appoggi di alcun tipo.
L’ambizione di questi speranzosi giovanissimi (allevati magari nel mito di Sadio Mané e Didier Drogba) l’inconsapevolezza delle famiglie, incantate dalle lusinghe dell’intermediario, la straordinaria diffusione del verbo calcistico, compongono una tragica realtà che pare difficile poter scardinare.
Nel 2015 aveva fatto particolarmente scalpore un’inchiesta della BBC che aveva analizzato il caso del Champasak United, squadra di prima divisione del Laos. La FifPro, che si occupa dal 1965 dei diritti dei calciatori professionisti, aveva infatti smascherato la tratta di 23 calciatori minorenni arrivati dalla Liberia, costretti a firmare contratti pluriennali (durata che poteva raggiungere i 6 anni), obbligati a dormire all’interno dello stadio, con igiene e pasti scarsi e senza ricevere, chiaramente, nessun tipo di salario. Fondamentale, a questo proposito, pare la testimonianza di Kesselly Kamara, all’epoca minorenne, che utilizzo esplicitamente il termine “Schiavismo” per descrivere le condizioni di vita in Laos. «Non è facile vivere in 30 in una singola stanza, per di più senza finestre». Kamara ha spiegato di
essere partito per il Laos dietro invito del giocatore liberiano Alex Karmo, che, a quel tempo, presiedeva il club asiatico. L’Academy del Champasak United però era fittizia, priva di un qualsivoglia riconoscimento giuridico/legale, letale per le ambizioni umane, prima ancora che sportive, dei 23 calciatori. Lo stesso Kamara però, dopo un lungo girovagare tra Stati Uniti ed Europa, ha avuto l’occasione di riscattarsi e dimostrare il suo valore: è infatti attualmente sotto contratto con l’Hatayspor, società di prima divisione turca.
Meno drammatica, ma di certo ugualmente deprecabile, l’avventura di Luis Miguel Rodríguez, soprannominato la Pulga - la pulce. Simbolo, dentro e fuori dal campo, del Cólon de Santa Fe che ha trascinato a suon di assist, nel 2019, alla finale della prestigiosa Coppa Sudamericana. In un’intervista di un mese fa, ai media argentini, ha raccontato, per la prima volta, a cuore aperto il suo primo impatto con il calcio europeo. «Avevo 16 anni, io ed altri 4 ragazzi eravamo stati convinti da un presunto agente Fifa ad accettare un’offerta arrivata da un club italiano. Pensavamo potesse essere l’opportunità giusta per dimostrare il nostro valore. Sognavamo la Serie A. Invece ci siamo ritrovati abbandonati in Romania, senza un soldo, senza un contratto, senza conoscere la lingua». Le strane bizzarrie del destino hanno consentito a la Pulga di rientrare in patria, grazie ad una colletta collettiva, e a prendersi la sua personale rivincita nel 2009, quando venne convocato nella Albiceleste allenata dal compianto Maradona. Nonostante gli sforzi profusi dalla Fifa quello del Football Trafficking è un fenomeno che si sviluppa a livello esponenziale. Gli interessi economici e commerciali, spesso, rendono complesse le sacrosante indagini portate avanti dagli organi competenti. Per un Sadio Mané che si consacra sul panorama internazionale, quante decine di migliaia di ragazzi sono protagonisti di questa tragedia contemporanea?