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 2021  febbraio 04 Giovedì calendario

Biografia di Andy Jassy

Amazon avrà il secondo amministratore delegato nei suoi 27 anni di storia: Andy Jassy è l’erede della poltrona di chief executive del colosso di e-commerce e Internet, sulla quale si siederà dal terzo trimestre 2021. Anche se sotto lo sguardo del fondatore e da sempre leader indiscusso del gruppo Jeff Bezos che avrà la carica di chairman esecutivo. Una scelta, quella di Jassy, per nulla casuale: braccio destro di Bezos, veterano della cultura del gruppo aggressiva con la concorrenza e votata all’innovazione, è oggi alla guida della divisione di punta Amazon Web Services, pioniera e dominatrice nelle attività cloud.
È un curriculum al quale Jassy dovrà dar fondo per affrontare le sfide davanti al gruppo, al di là dei suoi successi in Borsa (1.700 miliardi di market cap) e di bilanci record: all’orizzonte si profila la necessità di continua crescita, incalzata dai rivali Internet. Come anche rischi di strette di regolamentazione e antitrust contro Big Tech, fino a nuove spinte alla sindacalizzazione dei dipendenti (è il secondo datore di lavoro dopo Walmart) da sempre duramente resistite dal gruppo.
Jassy era rimasto finora all’ombra di Bezos – qualcuno l’aveva soprannominato «Bezos’ Shadow», appunto la sua ombra, oppure il suo capo di gabinetto e assistente tecnico (pur senza che fosse ingegnere). In realtà negli anni è diventato il dirigente chiave del gruppo alle spalle del fondatore. Bezos rimarrà coinvolto nelle decisioni di respiro, su prodotti e nuove iniziative. Ma si ritaglierà un ruolo più da statista, forse ispirandosi alla reinvenzione di altri leader tech quali Bill Gates di Microsoft. E ha citato l’interesse per le sue altre avventure, da Blue Origin nello spazio alla fondazione Bezos Earth Fund in terra, fino al Washington Post. Jassy ha così ricevuto un’investitura senza riserve per guidare il day to day e lavorare al futuro di Amazon. Bezos lo ha definito «leader straordinario» e degno di «piena fiducia».
Le carte in regole le ha. Cinquantatré anni, originario di New York e studi di business a Harvard, entrò ad Amazon nel 1997, fresco di università e a soli tre anni dal debutto del gruppo. I primi passi li mosse nel marketing ed è considerato l’autore di iniziali espansioni del retail online, nelle vendite di musica. L’asso nella manica diventa però la Amazon Web Services, la scommessa giocata d’anticipo sul cloud. Fu al centro della sua ideazione nel 2006 e ne divenne amministratore delegato nel 2016.
Nell’ultimo trimestre la “sua” divisione AWS è ancora cresciuta del 28% a 12,7 miliardi di dollari di ricavi, portando in dote oltre metà di tutti i profitti operativi. Non solo: ha saputo attirare negli anni clienti di alto profilo, dalla Cia ai partiti politici e a eserciti di aziende. Vanta una quota di mercato globale di AWS in infrastruttura e servizi cloud attorno al 33%, contro il 18% di Microsoft e il 9% di Google che provano rimonte. E accanto a computing e storage, sono scattate espansioni in servizi di banche dati, sofisticati strumenti di analytics, software per distribuzione di contenuto e di machine learning. Forte della performance, la scorsa estate la posizione di Jassy quale delfino di Bezos si era consolidata. Il rivale interno per una successione, Jeff Wilke, responsabile delle attività globali al consumo, annunciò la sua uscita di scena.