il Giornale, 4 febbraio 2021
Podemos, i soldi del partito spesi per la casa di Iglesias
Madrid È bufera su Podemos, il movimento populista con aspirazioni riformiste fondato da Pablo Iglesias e attuale alleato al governo socialista di Pedro Sánchez. La ministra per l’Uguaglianza, Irene Montero, moglie di Iglesias, ha speso per esigenze sue una parte del denaro raccolto per finanziare la campagna elettorale del partito. Denaro che proviene dal finanziamento pubblico.
In particolare la Montero ha pagato una deputata e consulente del ministero per svolgere attività di baby sitter per i suoi due figli gemelli per sei mesi durante la campagna elettorale del 2016. L’ha denunciato Mónica Carmona, ex deputata di Podemos, responsabile della conformità amministrativa del partito. La Carmona ha informato i magistrati della 42esima sezione del Tribunale di Madrid che cinque anni fa la ministra e moglie del vicepremier ha pagato con fondi pubblici Teresa Arévalo affinché prestasse assistenza ai suoi due gemelli, mentre lei era impegnata col marito nei comizi elettorali.
Una bella tegola per Pablo Iglesias, che ha fatto della lotta alla corruzione il suo cavallo di battaglia per sbugiardare e denunciare la politica dei vecchi partiti rappresentati da Aznar, Zapatero e Rajoy. La Carmona, infatti, nel 2019 fu licenziata perché stava indagando sulle presunte irregolarità commesse dal partito di Iglesias. La denuncia ha dato luogo all’attuale indagine per finanziamento illegale, un fatto che i vertici di Podemos avevano tentato, invano, di tenere nascosto. Ma la storia è finita nelle mani di un giornalista di Libertad Digital che ieri l’ha rivelata.
Nella denuncia si rivela che «in relazione alla presunta ingiusta amministrazione e al mancato controllo della spesa da parte del responsabile delle finanze di Podemos, sono emerse altre irregolarità su un grave uso fraudolento dei fondi del partito a vantaggio degli interessi privati della signora Irene Montero». E oltre al reato di uso personale di denaro pubblico, la ministra Montero dovrà spiegare perché utilizzasse la deputata non solo come tata ma anche per sbrigare le sue faccende personali.