Corriere della Sera, 4 febbraio 2021
La Bomba torna a preoccupare
Può essere un buon segno che si torni a parlare di armi nucleari: non possono essere spazzate sotto al tappeto. Ma può anche volere dire che sono di nuovo interessanti perché si percepisce più di qualche anno fa il loro pericolo. È stato poco notato che lo scorso 22 gennaio è entrato in forza il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (Tpnw), raggiunto sotto l’egida dell’Assemblea delle Nazioni Unite e finora ratificato da 52 Paesi. Chi vi ha aderito si impegna a non possedere armi, a non usarle e a non ospitarle. Essendo vincolante solo per chi l’ha ratificato e non essendoci alcun Paese con armi atomiche tra i firmatari, al momento la sua funzione è soprattutto quella di stigmatizzare una questione che spesso viene dimenticata. Alcuni critici sostengono che il trattato è inutile: «disarma i disarmati». La Nato, invece, l’ha giudicato pericoloso in quanto spinge verso un disarmo nucleare senza la garanzia che ciò avvenga per tutti, obiettivo invece del Non Proliferation Treaty del 1970 che in teoria punta alla riduzione delle armi nucleari. Nel mondo c’erano circa 13.400 ordigni del genere alla data del gennaio 2020, secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), 465 in meno di un anno prima. Gli Stati Uniti ne hanno 5.800, la Russia 6.375, la Cina 320, la Francia 290, la Gran Bretagna 215, il Pakistan 160, l’India 150, Israele 90, la Corea del Nord 30-40. Non è però solo il numero delle testate a fornire un quadro del teatro nucleare. Lo scorso 26 gennaio, Joe Biden e Vladimir Putin hanno concordato di prorogare di cinque anni il New Start, l’ultimo dei trattati ancora vigenti sulla riduzione delle armi nucleari, dopo che Washington e Mosca hanno ridotto i loro arsenali di quasi l’80% (38 mila testate) tra il 1991 e il 2010. Il freno a ridurle ulteriormente, ora, è che gli Stati Uniti vorrebbero che anche la Cina, la quale sta introducendo armi avanzate, partecipasse a un nuovo trattato. Pechino risponde però che il suo arsenale è enormemente inferiore a quello di Usa e Russia per potere essere trattato allo stesso modo. Il dato di fatto è che tutte le nove potenze atomiche stanno sviluppando sistemi di armamento nucleare più sofisticati e avanzati che cambiano gli equilibri. Per questo, nel clima di instabilità del mondo, la questione della «Bomba» torna importante.