Corriere della Sera, 4 febbraio 2021
La Nasa registrerà il suono del vento su Marte
La flotta delle tre sonde in viaggio verso Marte sta arrivando a destinazione. Tutte erano partite nel luglio scorso e adesso nei centri di controllo a Dubai, a Pechino e a Pasadena (California) si sta con il fiato sospeso perché l’immissione in orbita marziana rappresenta sempre un primo ostacolo per le spedizioni. La metà di quelle finora compiute sono finite male perché frenare per rimanere intorno al pianeta in maniera del tutto automatica non è banale nonostante sistemi ormai perfezionati. La distanza di oltre 190 milioni di chilometri non consente alternative. Per gli Emirati Arabi che hanno spedito la sonda Hope sarà la prima volta e altrettanto per i cinesi con la sonda Tianwen-1. Hope arriverà nei dintorni marziani il 9 febbraio e il giorno dopo toccherà a Tianwen-1. Ma mentre la prima rimarrà stabile in orbita per studiare l’atmosfera, la seconda dovrà poi prepararsi ad una prova ancora più ardua, lo sbarco di un rover previsto nella pianura di Utopia Planitia. Consapevoli delle difficoltà i cinesi tenteranno la discesa soltanto in maggio. Nel frattempo si aspettano le preferenze di un voto popolare per battezzare il rover con uno dei dieci nomi indicati presi dalla mitologia, dal confucianesimo e dal mondo degli animali leggendari.
Gli scienziati di Dubai hanno costruito la loro sonda assieme all’Università americana del Colorado e con essa avviano un nutrito programma di esplorazione cosmica sviluppando conoscenze e attività che ritengono preziose per il futuro della nazione, diverso dalla logica petrolifera. I cinesi dopo aver consolidato le tecnologie necessarie sulla Luna con gli sbarchi delle sonde Chang’e affrontano una nuova fase dedicata a Marte e ai pianeti esterni.
Il 18 febbraio toccherà infine a Perseverance, il pesante rover della Nasa da 2,4 miliardi di dollari con la taglia di un Suv, che scenderà direttamente nell’area del Jazero Crater segnata geologicamente dal delta di un antico fiume che portò l’acqua a creare un lago in un cratere ampio 45 chilometri. Un luogo giudicato favorevole per cercare, per la prima volta, i segni della vita forse esistita in epoche remote. Durante i «7 minuti di terrore» nell’attraversamento dell’atmosfera un microfono farà sentire il fruscio del tuffo e, dopo lo sbarco, un secondo microfono sarà attivato per farci ascoltare il suono del vento che soffia nei panorami rossi. E sarà un’altra «prima volta» perché sulla precedente sonda Phoenix sbarcata al Polo Nord marziano il microfono non era mai entrato in funzione. Marte avrà quindi una «voce» finora ascoltata solo con la fantascienza.