Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  febbraio 02 Martedì calendario

Salviamo le badanti

C ’è un caso badanti nella guerra delle precedenze sul vaccino anti Covid. Un caso fatto di valutazioni non solo scientifiche ma anche politiche. Con l’aggravante di una crisi di governo ancora aperta, che rende tutti più guardinghi. Da settimane c’è la richiesta di mettere le badanti ai primi posti nelle liste di vaccinazione. Si prendono cura di persone che quasi sempre hanno più di 80 anni e anche più di una malattia sulle spalle. Passano la giornata insieme ai fragili tra i fragili ma si muovono spesso con i mezzi pubblici. Non proprio il massimo della sicurezza. Dando loro la precedenza, le badanti verrebbero messe quasi sullo stesso livello degli operatori delle Rsa, le residenze sanitarie, che in fondo fanno il loro stesso lavoro. La richiesta è stata appoggiata da Francesco Landi, presidente della Società italiana di geriatria. Ed era stata avanzata da Assindatcolf, l’associazione dei datori di lavoro domestico. L’ipotesi è stata anche presa in considerazione, ma sembra difficile che vada in porto. E qui entriamo nel campo delle valutazioni politiche. In Italia le badanti in regola, perché la corsia preferenziale potrebbe essere riservata solo a loro, sono 460 mila. Di queste circa 320 mila sono straniere, quasi tutte arrivano dai Paesi dell’Est Europa. L’età media si aggira sui 50 anni: piuttosto bassa rispetto alla prossima fase della campagna vaccinale, riservata agli over 80 e poi agli over 75. E quindi? I vaccini scarseggiano, gli anziani sanno già che dovranno aspettare. Il timore di alzare una palla per lo slogan «Prima gli italiani» sembra spingere il governo a scartare questa ipotesi.