Alle cinque della sera, 1 febbraio 2021
Biografia di Nicolò Carosio
Preferisco il wiskaccio di Nicolò Carosio, il radiotelecronistapiù amato nella storia del calcio, al the di Fabio Caressa. Nicky resterà ineguagliato nella storia delle radiocronache. Ho ricevuto una simpatica lettera di rimprovero dal signor Emilio Corradi di Varese: “... ho letto con piacere le sue divagazioni sul whisky... ma come ha fatto a dimenticare il “wiskaccio” dell’ intramontabile Carosio”. Rispondo e mi scuso con contrizione: questioni di spazi, sia sul whisky sia su Carosio sono stati scritti, e altri ne scriveranno, libri affascinanti e ricchi di aneddoti. Adoro Nick, per me resterà indimenticabile: purtroppo l’ho conosciuto quando la sua carriera (tormentata da molte ingiustizie) era al tramonto e la mia appena all’inizio. Mi affido ad alcuni aneddoti che mi hanno raccontato giornalisti più anziani di me. Si esercitava nel retrobottega di un piccolo negozio di radiofonia e un giorno scrisse all’Eiar (la Rai durante il fascismo) per offrirsi come radiocronista. Gli risposero con un telegramma: «Disposti accettare sua offerta preghiamola confermare telegrafo sua venuta primo maggio Torino, rimborso lire 250 totali. Cordialità». Per superare il provino s’inventò di sana pianta un Juventus-Bologna pieno di gol. Piacque. Eraeducato, moderato, ma anche un innovatore, ironico, contro corrente. La differenza rispetto ai suoi (piccoli) eredi di oggi? Lui confidò alla fine di una giornata gelida, di sognare un buon whiskaccio ed ebbe, per questo, anche qualche problema di fronte alle ipocrisie dei suoi tempi. Oggi il telelecronista più quotato è Fabio Caressa. Carosio celebrò il whisky, Caressa, sobrio e prudente, ogni due per tre dice che l’arbitro (poverino, inconsapevole) “manda tutti a prendere un the caldo negli spogliatoi”. Basta questo, direi, per stabilire la differenza di classe, stile e soprattutto personalità.