1 febbraio 2021
Biografia di Luigi Albertini
«Luigi Albertini (1871-1941; qui sopra) è stato direttore del “Corriere della Sera” dal 1900 al 1921», si legge in una breve scheda sotto la foto di colui che fu segretario del fondatore Eugenio Torelli Viollier, apparsa sul quotidiano in questione. Le cose non stanno proprio così, benché l’errore sia accreditato persino nella voce biografica su Albertini che compare nell’Enciclopedia italiana dell’Istituto Treccani: «Assunto poi al Corriere della Sera (1896), vi fece una rapida carriera, diventandone amministratore (1898) e direttore (13 luglio 1900)». In realtà, da un’approfondita ricerca che in parte corregge quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi sullo stesso argomento, nel numero del 31 dicembre 1900 il gerente responsabile (la qualifica di direttore non esisteva) risulta essere Giovanni Galluzzi, il quale mantenne questa carica per due decenni, fino a tutto il 1920. Dal gennaio 1921 il gerente responsabile diventa Luigi Goldaniga, che lascia l’incarico nel dicembre 1924. Dal 1° gennaio 1925 il Corriere viene firmato da Alberto Albertini, fratello del ben più noto Luigi, e per la prima volta nella storia del giornale appare in gerenza la qualifica «direttore responsabile». Meno di 11 mesi dopo, il 28 novembre 1925, fu pubblicato il fondo «Congedo» con il quale Luigi Albertini e il fratello Alberto lasciavano il comando. Il giorno appresso, 29 novembre, appare come direttore Pietro Croci, gradito al regime fascista, che resterà in carica fino al marzo 1926. Bisogna tenere conto dei tempi pioneristici: nei primi anni del Novecento, il quotidiano milanese usciva con 4 pagine. Glauco Licata, in Storia del Corriere della Sera (Rizzoli), spiega che Giovanni Galluzzi era un operaio, ovvero il macchinista addetto alla rotativa a colori acquistata nel 1900 per stampare il supplemento La Lettura. È probabile che Luigi Goldaniga, che gli successe come gerente responsabile, avesse un eguale ruolo. Per farla breve, anche se Luigi Albertini fu senza alcun dubbio il deus ex machina del Corriere della Sera nel primo quarto del secolo scorso, mai il suo nome apparve sul giornale con le qualifiche di gerente responsabile o di direttore responsabile, anche se tutti crediamo il contrario.