Corriere della Sera, 1 febbraio 2021
Biografia di Yulia Navalny
Con i collaboratori in carcere, a cominciare da Lyubov Sobol e dal fratello Oleg, era rimasta solo lei a piede libero tra le persone più vicine ad Aleksej Navalny. La moglie Yulia, 44 anni come lui, ieri è stata fermata per le vie di Mosca. Rilasciata in serata, dovrà presentarsi oggi davanti a un magistrato. La sua avvocatessa ha detto che gli inquirenti stavano cercando di capire quale articolo di legge «inventarsi» per poterla trattenere il più a lungo possibile.
Dopo anni passati un po’ dietro le quinte a sostenere e aiutare il marito che aveva deciso di scendere in guerra contro quella che definisce una «banda di ladri e truffatori», da un po’ di tempo a Yulia è toccato un ruolo se non da protagonista, almeno da co-protagonista. Con l’oppositore in coma in un ospedale siberiano dove negavano perfino che fosse stato avvelenato con il micidiale Novichok, è stata lei a prendere carta e penna per scrivere direttamente a Vladimir Putin, il nemico numero uno di Aleksej. E non ha mandato una lettera-supplica allo Zar, chiedendogli graziosamente di autorizzare il trasferimento del marito in Germania perché fosse finalmente curato. No, Yulia ha detto al presidente russo di «pretendere» il consenso al trasferimento a Berlino. E la sua richiesta è stata accolta.
Ora che Navalny è ancora in prigione in attesa forse di essere condannato ad anni di penitenziario, gli occhi di molti sono rivolti proprio a questa donna che ha dimostrato grande forza nei momenti più difficili per la famiglia. Quando uno degli uomini di Putin, capo della Rosgvardia (una specie della Guardia Nazionale americana), aveva sfidato l’oppositore a un duello a pugni, lei lo aveva apostrofato senza mezzi termini: «Disprezzo come un ladro e un codardo questo mascalzone insolente».
La sua figura snella, i capelli biondi raccolti e il viso nascosto dietro a grandi occhiali scuri sono stati una costante delle immagini che arrivavano dall’ospedale di Omsk, dove Navalny era in attesa di trasferimento ad agosto. Poi, quando i due sono tornati da Berlino dopo la guarigione il 17 gennaio, il tenero bacio dato al marito mentre lo arrestavano all’aeroporto ha colpito tutti. Se Aleksej non fosse più in grado di lottare molti pensano che potrebbe essere Yulia, laureata in Relazioni economiche internazionali, a prendere il suo posto alla guida dei dissidenti. Ma a quel punto l’obiettivo degli avversari diventerebbe lei.