Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  gennaio 31 Domenica calendario

La mattanza di Alex: ha ucciso con 30 oggetti

Una borraccia di metallo. Un soprammobile di ceramica. Un quadro. Alexandro Riccio avrebbe adoperato almeno una trentina suppellettili per uccidere la moglie Teodora Casasanta e il loro unico figlio, Ludovico, di 5 anni. Ha preso tutto quello che gli capitava sotto mano e li ha colpiti, a ripetizione, come in preda a un raptus senza fine. Poi, a massacro avvenuto, ha bevuto candeggina e si è lanciato da una finestra del terzo piano della casa in cui la famiglia si era trasferita alla fine della scorsa estate. Senza riuscire ad uccidersi.
Gli investigatori della scientifica, l’altra mattina, hanno sequestrato una cinquantina di oggetti che ora verranno analizzati, per ricostruire la dinamica di questo assurdo omicidio. Secondo i primi riscontri i due terzi di quel materiale sporco di sangue, trovato attorno ai corpi, sarebbe stato usato per colpire Teodora e Ludovico. Sorpresi, forse, entrambi nel sonno.
Eccola l’ultima rivelazione sulla strage famigliare di Carmagnola, nel Torinese, consumata tra giovedì e venerdì. Elementi che raccontano una notte di follia. Una esplosione di violenza tale e tanta che fa rabbrividire gli stessi investigatori. Lei, psicologa in un centro a cavallo tra le province di Torino e Cuneo, l’hanno rinvenuta con il cranio sfondato: era riversa sul letto. Ludovico, invece, lontano dal suo lettino, in una posa innaturale, straziato da quel padre da cui – raccontano i vicini – non riusciva a stare lontano.
Ma le domande alle quali l’inchiesta della magistratura e dei carabinieri deve ancora rispondere sono tante. Prima fra tutte perché Alexandro – che da tempo dava segni di aggressività – non era in cura in qualche centro specializzato. E ancora. Aveva già manifestato intenzioni omicide? E se sì, chi sapeva, e per quale ragione ha taciuto?
Intanto, nella mattinata di ieri, sono stati sentiti i vicini di casa. Che hanno raccontato delle urla provenire da quell’appartamento nella notte del massacro. E si sospetta che tutto sia cominciato nella tarda serata: almeno tre-quattro ore prima dell’allarme lanciato dai vicini. Che, forse, all’inizio pensavano ad una lite, una delle tante in quell’appartamento.
Intanto chi li ha conosciuti si affanna a dire che Alexandro Riccio «era tanto cambiato» nelle ultime settimane. Lo sottolinea il suo ex datore di lavoro: «Circa due anni fa lo avevo assunto come venditore. Era un tipo spigliato e brillante. Poi è arrivato il Covid». E cosa è successo? «Abbiamo dovuto sospendere la collaborazione. Quando l’ho ricontattato, lo scorso autunno era diverso: cupo, taciturno». Erano i giorni in cui l’omicida chiedeva scusa alla sua famiglia su Facebook, spiegando di voler andare da uno psicoterapeuta. Ma dal medico non c’è mai andato. E l’altra notte ha ucciso moglie e figlio, con una ferocia senza limiti. —