la Repubblica, 31 gennaio 2021
Chi ha inventato TikTok
Nemmeno la crisi di governo ha potuto intaccare il fortunato format dei telegiornali Rai “dieci secondi per ogni partito”, un vero e proprio antesignano di TikTok: ogni serio studioso dei media, nel mondo, sa benissimo che TikTok ha copiato di sana pianta il pastone politico dei nostri tigì. I cinesi ci copiano sempre. Lo schema è noto: un portavoce per ogni partito deve dire “siamo a favore del governo” se il suo partito è a favore del governo; deve invece dire “siamo contrari al governo” se il suo partito è contrario al governo. È un compito abbastanza semplice, studiato per non mettere in difficoltà un personale politico già stressato dai duri impegni istituzionali. Nel corso delle crisi di governo (dunque proprio in questi giorni) è prevista una significativa variante: tutti i portavoce, indistintamente, devono invece dire “serve un governo autorevole che risolva i gravi problemi degli italiani”. Mai una volta che qualcuno, per attirare l’attenzione, dica “siamo favorevoli a un governo di basso livello, che non sappia che pesci pigliare”. Sarebbe una sorpresa vivificante. Diciamo che il format, pur glorioso e ormai imitato dagli adolescenti di tutto il mondo, meriterebbe una rinfrescata. Ci ha provato Tajani, con cambi di sfondo anche spettacolari (bouganville, vestigia romane, porcellane); e i lettori sanno quanto io apprezzi il meloniano Lollobrigida, per via della riposante fissità della sua presenza. Però per svecchiare il format ci vorrebbe un colpo d’ala. Forse un passo di danza, o un cambio d’abito in diretta, o la libreria alle spalle che collassa. Altrimenti la concorrenza di TikTok diventa insuperabile.