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 2021  gennaio 31 Domenica calendario

Sanremo, Amadeus resta ma c’è l’ipotesi slittamento

No al muro contro muro. Sì al buon senso. C’è una pandemia, la crisi di governo, migliaia di lavoratori in ginocchio. Passare come quello che fa saltare il Festival di Sanremo perché deve farlo senza il pubblico non era ragionevole. Così Amadeus va avanti. Dopo il no del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini alla presenza di qualsiasi tipo di pubblico all’Ariston, che lo avrebbe spinto a mollare, il direttore artistico e conduttore del Festival ha deciso di restare al suo posto. Le riflessioni di questi giorni – e dicono gli amici, le notti insonni – lo hanno portato alla conclusione di proseguire il lavoro. Si rimette alle decisioni del Comitato tecnico scientifico e della Rai, pur restando convinto che la platea vuota possa penalizzare lo spettacolo. Ma quello che è ancora considerato l’evento della stagione televisiva (20 milioni di ricavi per la Rai l’anno scorso, non un dettaglio) si farà come viene stabilito. Puntuale, Amadeus ieri era a Roma sul set dello spot che doveva girare per Tim, sponsor del Festival. Tantissime le telefonate ricevute, da parte di artisti, amici, produttori, dirigenti. Il senso sempre lo stesso: «Non puoi mollare».
Com’era prevedibile, vista la pandemia, al centro di questa settantunesima edizione – «70+1» come la definisce il conduttore per sottolineare l’idea della rinascita – per ora ci sono i protocolli sanitari prima delle canzoni. E a questi bisognerà attenersi. Già stilato, rigorosissimo, quello delle associazioni dell’industria dei discografici, si attende alla fine della prossima settimana il parere del Cts su quello della Rai, altrettanto dettagliato. Ma le date confermate (forse frettolosamente, visti i dati del contagio) dal 2 al 6 marzo, potrebbero slittare di tre, quattro settimane. È la voce che circola insistente a Viale Mazzini, dove si vivono giornate complesse. Se si dovesse verificare questa ipotesi, verrebbero congelati i contratti con gli sponsor e ovviamente si dovrebbero posticipare le uscite dei dischi.
Il tweet con cui prende posizione il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, giovedì apre la crisi: «Il Teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito il ministro Roberto Speranza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile». Amadeus da mesi spiega che Sanremo senza spettatori non esiste. Filtra l’indiscrezione che è pronto a mollare, mentre l’ad Fabrizio Salini è riunito con i consiglieri di amministrazione, il direttore di Rai 1 Stefano Coletta incontra il conduttore. I vertici Rai sono pronti a mediare e ricucire.
Il muro contro muro non fa parte del carattere di Amadeus, l’ultimatum che circola – «Niente Sanremo se non ho il pubblico» – era suonato un po’ forte. Persona perbene, innamorato del suo lavoro, dicono che Amedeo Sebastiani si sia sentito «accerchiato». Macina ore in studio – prepara Sanremo e conduce tutti i giorni I soliti ignoti – ha voluto far sentire le proprie ragioni. Ma né lui, né Fiorello, l’amico di una vita, complice di tante avventure, possono aver pensato di mollare. Per il rispetto della macchina organizzativa, per le centinaia di lavoratori impegnati e per il pubblico. Anche la citazione di Aristotele “L’ignorante afferma, il colto dubita, il saggio pensa”, postata sul profilo Instagram con la moglie Giovanna Civitillo che ha scatenato anche reazioni inviperite, forse lo ha fatto riflettere. Saggiamente, ha pensato. Le regole sono regole, in attesa di vedere come si potrà giocare con la platea (cartonati illustri, piante come ai concerti in Spagna, la fantasia a questo punto si scatena), sarà coinvolto anche il mondo del teatro. Allo studio ci sono cinque collegamenti con altrettanti palcoscenici (un’idea proposta nel piano dell’ex presidente di Rai Pubblicità Antonio Marano) che torna come una possibilità concreta. Una ripartenza condivisa, un modo per riaccendere da Sanremo uno dei settori più colpiti dalle chiusure. Sull’ipotesi del pubblico dei figuranti, bocciata da Franceschini, gli artisti, i sovrintendenti e i registi si erano schierati col ministro. «L’Ariston è un teatro e come tutti gli altri è sottoposto alle limitazioni imposte dalla pandemia» sottolinea Mogol, presidente della Siae. «Viviamo un periodo difficile e nessuno deve essere messo a rischio. Le regole devono essere uguali per tutti, non servono certo forzature». Fiorella Mannoia, intervistata a Magazzini musicali su Rai2, ricorda che «Sanremo mette in moto una macchina enorme, è industria che crea lavoro e dunque bisogna stare attenti a dire: “Lo rimandiamo” o “Se non si fa è uguale”. Non so perché nella scala della cultura siamo sempre visti come fanalino di coda»..