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 2021  gennaio 31 Domenica calendario

Superati i 2,2 milioni di morti per Covid nel mondo


Superati i 2,2 milioni di decessi nel mondo dall’inizio dell’epidemia, a fronte di oltre 102 milioni di casi accertati totali. La soglia di 2 milioni di morti è stata toccata il 15 gennaio, quando i contagi complessivi erano oltre 93 milioni. Questo vuol dire che nelle ultime due settimane, sono state registrate più di 200 mila vittime e oltre nove milioni di nuove infezioni. Sono dati che spaventano e destinati purtroppo a crescere. «Temo che questi numeri siano molto sottostimati – spiega Roberta Siliquini, direttore di Igiene all’Università di Torino —. Penso a luoghi come l’Africa o l’India che non raccolgono i dati con la stessa accuratezza che abbiamo noi, perché non sono forniti di sistemi di sorveglianza all’avanguardia».
Il triste primato dei lutti è sempre degli Stati Uniti (oltre 437 mila), davanti al Brasile (più di 222 mila). Segue il Messico (oltre 156 mila) che venerdì ha superato l’India (154 mila), nonostante la sua popolazione sia di dieci volte inferiore a quella del Paese asiatico. Poi il Regno Unito (105.777) e al sesto posto l’Italia (88.279).
Quante perdite può ancora provocare il Covid-19? Impossibile fare previsioni. Sappiamo però che durante le precedenti pandemie globali il costo in termini di vite è stato altissimo. «Con la Spagnola sono morte tra 20 e 40 milioni di persone – precisa Siliquini —. Ovviamente, si tratta di una stima approssimativa dell’Oms, dal momento che a quei tempi non esistevano raccolte dati come quelle attuali. Mentre con l’Asiatica del 1957 i decessi sono stati tra uno e quattro milioni, così come con l’influenza di Hong Kong del 1968».
Il calo
Nel nostro Paese diminuiscono il tasso
di positività e il numero di ricoverati
In Europa la Gran Bretagna paga il prezzo più amaro: 1.200 decessi nelle ultime 24 ore (+1.245 il giorno prima) e 23.275 nuovi contagiati (+29.073 il giorno prima). E in Italia l’ultimo bollettino registra 421 morti, ossia 56 meno di venerdì. Tanti, ma in calo. Nessuna Regione comunica zero decessi, mentre il maggior numero di morti è in Veneto (+60), Piemonte (+59) e Lombardia (+58). A far ben sperare è il calo dei casi quotidiani: 12.715 contro i 13.574 del giorno prima, ma a fronte di un record di tamponi, pari a 298.010, il numero di analisi più alto in assoluto da quando sono stati introdotti i test antigenici insieme a quelli molecolari. Bene il tasso di positività che scende dal 5% al 4,3%. E bene anche la riduzione della pressione sul sistema sanitario che va avanti per il quinto giorno di fila: -299 i posti letto occupati nei reparti ordinari per un totale di 20.098 ricoverati e -52 quelli in terapia intensiva dove si trovano 2.218 malati più gravi. «Lo scenario sembra uscito dalla situazione di stallo di qualche giorno fa – sottolinea Siliquini —. C’è un leggero miglioramento e anche l’incidenza sta lentamente diminuendo». L’attenzione deve rimanere alta, anche nelle Regioni da zona gialla. «Zona gialla non significa “liberi tutti” – ha precisato Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco-università degli Studi di Milano —. L’equilibrio è precario». Il virus ci mette un attimo a riprendere la corsa.