Il Sole 24 Ore, 31 gennaio 2021
Sputnik V bussa alle porte della Ue
Le prossime settimane potrebbero essere decisive per Sputnik V, il più famoso e controverso vaccino russo anti-Covid battezzato come il piccolo satellite artificiale che il 4 ottobre 1957 portò in orbita l’Unione Sovietica. Come allora, la Russia di oggi ha cercato di porsi davanti a tutti, registrando per prima il farmaco l’11 agosto, dando inizio alle vaccinazioni prima di concludere la terza fase dei test. E ora lanciando lo Sputnik in giro per il mondo: ambizioni racchiuse in quella “V” che accompagna il nome del vaccino contro il virus Sars-CoV-2. “V” per “vittoria”.
Questioni di marketing e di riconoscimento internazionale, affidate al Russian Direct Investment Fund (Rdif), il fondo sovrano statale che finanzia lo sviluppo e la distribuzione del vaccino. Il suo responsabile, Kirill Dmitriev, ha spiegato nei giorni scorsi al World Economic Forum di Davos che Sputnik è ormai stato registrato in 15 Paesi, e nelle prossime settimane attende l’autorizzazione di altri 25. Le adesioni arrivano soprattutto da Asia e Africa, ma cruciale sarà quella dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali che ha confermato di aver discusso il piano di sviluppo di Sputnik e le possibilità di cooperazione. Venerdì scorso il fondo che promuove Sputnik ha precisato la propria offerta all’Unione Europea: «Completata la parte principale della vaccinazione di massa in Russia, Rdif potrà fornire alla Ue 100 milioni di dosi del vaccino Sputnik nel secondo trimestre del 2021, una volta ricevuta l’approvazione dell’Ema». L’efficacia di Sputnik in Russia è stata fissata al 91,4%.
Formalmente Ema non ha ancora avviato una revisione del vaccino russo, nato a Mosca nel Centro nazionale di epidemiologia e microbiologia intitolato allo scienziato Nikolaj Gamaleya. «Siamo in contatto con almeno 15 produttori – ha spiegato nei giorni scorsi Emer Cooke, direttore esecutivo all’Ema -, tra questi il vaccino russo Sputnik, nell’ambito di una procedura di consulenza scientifica». L’agenzia, che ha dato la propria autorizzazione ai vaccini di Pfizer, Moderna e AstraZeneca, segue i produttori di medicinali per verificare l’efficacia e l’adeguatezza delle sperimentazioni. «Al di là delle differenze politiche, attualmente ampie, in una pandemia dobbiamo comunque lavorare insieme, su basi umanitarie», ha chiarito Angela Merkel offrendo l’aiuto della Germania per guidare Sputnik nel processo di revisione dell’Ema e accennando alla possibilità di una produzione congiunta russo-tedesca in caso di approvazione del vaccino. Che nello stesso tempo, a Ginevra, è sotto la lente degli scienziati dell’Organizzazione mondiale della sanità.
«L’Oms è in contatto con gli scienziati e le autorità russe per l’esame dettagliato dei test – spiega il portavoce Tarik Jasarevic, citato dall’autorevole The Lancet -. Qualunque vaccino sicuro ed efficace sarà un bene pubblico globale e l’Oms ne auspica una diffusione rapida e paritaria». Secondo Judy Twigg, esperta di sanità globale alla Virginia Commonwealth University, il vaccino Sputnik può essere in grado di dimostrare nei fatti la propria validità scrollandosi di dosso i dubbi che l’hanno accolto, una credibilità scientifica danneggiata dalla propaganda politica. «Il mondo – scrive Twigg sul Moscow Times – ha bisogno di tutti i buoni vaccini che riesce ad avere».