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 2021  gennaio 31 Domenica calendario

L’invenzione della villeggiatura

L’estate è un’invenzione. Se ne accorgono sbigottite le signore à la page, davanti a uno specchio che rimanda non più un’immagine ricercatamente candida, bensì tristemente pallida. Colpa degli americani, dei loro Hamptons, dello stile di villeggiatura da importazione votato al sole che conquista la Costa Azzurra. Luogo, questo, per lungo tempo dedicato al riposo invernale, come testimonia l’aristocratica Marie Bashkirtseff a fine Ottocento: «Le estati a Nizza mi uccidono. Non c’è nessuno». Tutto cambia quando anche l’europeissima Coco Chanel (1883-1971) torna colorita da Juan-les-Pins, facendo riflettere il principe Jean Louis de Faucigny-Lucinge: «Penso che abbia inventato lei la tintarella». Anno 1923. 
Costumi da bagno al posto dei corsetti, le star di Hollywood elette a modelli: il viaggio, e ciò che ci sta dentro, cristallizza una società che cambia. Lo raccontano Alessandro Martini e Maurizio Francesconi in La moda della vacanza (Einaudi), esplorando luoghi e storie da metà del XIX secolo alla Seconda guerra mondiale. «In quegli anni – spiegano – uno sciame di turisti percorre in lungo e in largo l’Europa. Dove alloggiano? Come si divertono? Che cosa indossano? Cosa indica tutto ciò?». Gli autori guidano il lettore tra molte voci. Franz Kafka, convalescente a Merano (1920), dimostra che i monti da inospitali si sono trasformati in culla del lusso, complice la storia di Heidi pubblicata da Johanna Spyri, allora il terzo libro più tradotto al mondo dopo Bibbia e Corano. Eugène Delacroix, che fugge in Normandia e con il gruppo di Batignolles fa di quei litorali i più ritratti della sua epoca, incorona il buen retiro alternativo; Guglielmo Marconi a Santa Margherita Ligure anziché l’ozio sperimenta segnali radio. Figure che si muovono in ambienti tagliati su misura. «L’architettura e la moda – è la tesi degli autori – danno forma visibile a necessità e aspirazioni». Tra 1815 e il 1914 il numero di stazioni balneari e termali europee cresce di 20-30 volte. «È l’età d’oro del turismo: le élite costruiscono canoni di gusto, dinamiche di relazione, strutture funzionali a soddisfare aspettative nuove». Il Grand tour era una lunga (scomoda) missione in cui, dal XVII secolo, gli aristocratici perfezionavano il loro sapere. Il tour moderno è relax: nasce quando sulla villa di proprietà si impone l’hotel – «dove si è ammessi non solo in virtù della classe di appartenenza, ma del denaro che si è disposti a spendere» – e muta dagli anni Cinquanta, quando «il turismo diventa “per tutti”. O, almeno, per tanti». 

La vacanza è anche affare politico: i luoghi per «passare le acque» (le terme), con la loro atmosfera rilassata, accolgono scelte cruciali. «Gli accordi segreti stipulati nel 1858 ai bagni di Plombières sono celebri grazie ai loro protagonisti, Napoleone III e il conte di Cavour, ma non sono un caso isolato». E quando la villeggiatura si fa esotica, l’esempio di rigore è l’Orient Express, leggendario albergo su binari inaugurato nel 1876 da Georges Lambert Nagelmackers. La tratta va da Parigi a Costantinopoli, per 10 nazioni e 3 mila chilometri: a bordo, il distillato di un’epoca. Conferma nel 1914 il diplomatico francese Paul Morand: «Nei corridoi potevi incontrare i vecchi e ricchi signori osmanli – si offendevano mortalmente se venivano definiti turchi – che tenevano le mogli velate sottochiave nei loro scompartimenti». E, poi, «il principe Ferdinando di Bulgaria, non ancora re, che viaggiava tra Sofia e Vienna chiuso nella toilette con l’ansia di essere assassinato». C’erano «milord inglesi in tweed» e gli americani silenziosi «con le valigie piene d’oro per pagare mazzette in cambio di concessioni petrolifere». Ma la varia e abbiente umanità descritta da Morand poco a poco abbandona quel treno (fine corse nel 1977): è tempo di aerei.
Tra le mode descritte, una è decisamente eccentrica. «L’Hindenburg, il più grande dirigibile della storia, attraversa l’Atlantico nel ’36 a 40 chilometri orari». Ovazioni. L’anno dopo, però, s’incendia atterrando. E nessuno vorrà salirci più.