ItaliaOggi, 30 gennaio 2021
La galleria delle opere sconosciute
È una galleria unica al mondo. Nessuno mai prima di Léopold Cottineau aveva aperto una galleria d’arte con lo scopo di fare luce sugli artisti che non hanno avuto riconoscimento nella propria epoca, malgrado il valore artistico del loro lavoro. Ora, questi talenti quasi sconosciuti, rimasti sotto traccia, avranno visibilità grazie all’iniziativa imprenditoriale del giovanissimo Cottineau, fresco di master in creazione di imprese innovative dell’Iae, scuola universitaria di management, a Montpellier (Francia), che gli ha insegnato ad avere un occhio critico sulla promozione e la valorizzazione degli artisti contemporanei nel XXI secolo. E grazie anche alla sua mamma, la pittrice Izabeau Jousse, associata con il figlio in questa coraggiosa iniziativa, ancor più visti i tempi di pandemia.La galleria dei dimenticati (Galerie des Oubliés) è stata appena aperta a Nantes, in Bretagna. Nessuna inaugurazione, ma le visite sono possibili, con tutte le precauzioni richieste dalla crisi sanitaria. L’interesse è focalizzato sugli artisti figurativi e sui disegni. Gli scultori verranno dopo. L’arte concettuale è lasciata alle istituzioni contemporanee. La politica della galleria è quella di collaborare con le famiglie degli artisti trascurati dal mondo dell’arte e che hanno in deposito le opere dei pittori scomparsi, con l’obiettivo di valorizzare il loro lavoro artistico nella sua interezza. La prima esposizione è dedicata a Menachem Gueffen, pittore israeliano scomparso nel 2016. Fino al 30 marzo sono esposti 21 quadri realizzati a Londra nel decennio 1960-1970.
L’idea della galleria è nata quando, visitando il castello dell’artista Yann Detrez, Léopold Cottineau e sua madre hanno trovato tutte le opere della trentennale attività del pittore raggruppate nel suo studio. Così riunite mostravano tutta la coerenza del progetto artistico di Detrez. È lì che è scattata l’idea di valorizzare questi depositi in collaborazione con le famiglie dei pittori. In genere, durante la successione, i quadri di questi talenti poco celebrati finiscono all’asta e il patrimonio disperso senza un riconoscimento.