il Giornale, 30 gennaio 2021
La nuova vita di Lapo
Ci ha sempre dato la sensazione di essere arrivato così dopo o così prima di tutti gli altri Dopo una generazione di Agnelli a cui tutto è stato concesso, prima di una generazione di Elkann dove il disordine non è il benvenuto. E lui in mezzo, ad assomigliare agli uni, agli altri, e a nessuno. Con quel modo di portarsi per il mondo che mette voglia di proteggerlo, la faccia selvatica, senza alcuna moderazione verso tutti gli appetiti della vita e con quel lessico stentato di chi è abituato ad usare troppe lingue. Qualche settimana fa, Lapo Elkann è riapparso in tv (a Domenica In, davanti a una commossa Mara Venier) ed era un altro se stesso ancora. Forse, finalmente, quello giusto. Nel presentarsi ha liberato un po’ di lacrime, ha tirato fuori cose non aveva più raccontato neanche a se stesso, come gli abusi in collegio, a tredici anni, e ha preso congedo da scandali e incidenti. Tra gli ultimi, un simulato sequestro nel 2016 a coprire una storia di trans e cocaina, e uno schianto in Ferrari a Tel Aviv, nel 2019, per il quale finì in coma. Una volta dimesso dall’ospedale, con i disinfettanti e il dolore impigliato addosso, iniziò la riabilitazione in Svizzera. Uscirono foto di lui sulla sedia a rotelle tra la neve, aveva lo stesso aspetto surreale di suo nonno (Gianni Agnelli) quando passeggiava sulle stesse montagne, e a incontrarlo, avresti giurato che per camminare non toccasse nemmeno terra. Chissà non sia iniziata anche da lì, la riabilitazione vera di Lapo. Chissà che non abbia iniziato lì a capire di essere stanco di scappare senza arrivare da nessuna parte. Ad essere stanco delle tante morti facili da prendere. L’altro giorno in tv, sembrava nuovo. Qualcosa in lui ha smesso di richiamare abbandoni. Ha parlato di Dio e dei medici che lo hanno salvato. Ha annunciato di volersi dedicare, anima, corpo e finanze, alla sua onlus (Laps: Libera Accademia Progetti Sperimentali) e ha parlato di un nuovo amore. Si chiama Joana Lemos, è portoghese, ha quarantasette anni, (Lapo ne ha quarantaquattro), due figli da una precedente unione, è un ex campionessa di rally e fa sentire l’irrequieto Elkann «un uomo completo». Lapo vuole sposarla e le ha fatto disegnare un anello di fidanzamento in diamanti e titanio perché è un materiale che si usa anche nelle auto da corsa e quindi è la lega che li lega. Noi ci crediamo, che stavolta rimarrà ancorato: a se stesso prima di tutto, perfetto e scompigliato, e poi a Joana, che è bruna e accogliente. Abbiamo voglia che sia l’inizio della sua rivincita, perché facciamo il tifo per la sua pace.