La Stampa, 30 gennaio 2021
Le spese folli di Bolsonaro
Due milioni e mezzo di euro di scatole di latte condensato, quattrocentomila euro in gomme da masticare, tre milioni di euro in pacchetti di patatine. Fanno discutere in Brasile le spese folli dichiarate nel 2020 dal governo Bolsonaro per generi alimentari. Trecento milioni di euro in totale, il 20% rispetto in più all’anno precedente con dettagli curiosi, che hanno causato migliaia di sberleffi sui social e anche un’interrogazione parlamentare per sospetto di corruzione amministrativa. Non si era mai visto, del resto, che si spendessero 300.000 euro in panna montata o che il ministero della difesa dichiarasse di aver usato 400.000 euro per comprare bottiglie di vino. Il presidente si è irritato con la stampa, che ha dato ampio risalto al caso. «Ai giornalisti dico che possono mettere le scatole di latte condensato dove sanno loro, non venite a disturbarci con queste sciocchezze». Tentando di giustificare le spese dei suoi ministri ha ricordato il suo lontano e poco glorioso passato nell’esercito (fu espulso dalla forza dopo aver compiuto un attentato dimostrativo in una caserma). «Quando ero soldato mi ricordo che per i piantoni di notte ci davano sempre una tavoletta di cioccolato, un pacchetto di cicche e delle sigarette, cosa c’è di male?». Si tratta dell’ultima di una serie di denunce contro di lui. Un caso se si vuole minore, ma che fa specie, perché una delle battaglie dell’attuale governo è proprio la lotta alla corruzione. «Hanno davvero speso questi soldi in questo modo nel pieno della pandemia – si chiede l’opposizione – o si tratta di spese sovrafatturate per intascarsi denaro pubblico?».Bolsonaro non dorme sonni tranquilli. In Parlamento sono state depositate 56 richieste di impeachment che dovranno essere analizzate quest’anno. Lo si accusa di aver incentivato la deforestazione dell’Amazzonia, di non difendere posti di lavoro e industria nazionale, ma soprattutto di non aver fatto nulla per frenare la pandemia di Covid che in Brasile ha già ucciso più di 220.000 persone. Negazionista della prim’ora, continua ancora oggi a propagandare l’uso di farmaci preventivi, come l’idrossiclorochina o l’ivermectina, che non sono raccomandati dalla comunità scientifica e ha più volte messo in guardia sui vaccini. «Ognuno è libero di fare quello che vuole, ma se dopo aver preso il vaccino diventate un alligatore non lamentatevi con me». L’opposizione punta il dito anche per il recente disastro di Manaus, con i pazienti morti in ospedale per mancanza di ossigeno; il governo federale non ha ascoltato nei mesi scorsi gli appelli disperati dei medici locali. Mentre il mondo, Italia compresa, chiude le frontiere da e per il Brasile per timore della variante amazzonica del virus, in Brasile la campagna di vaccinazione è iniziata in ritardo e ha raggiunto appena 1% della popolazione.La pandemia è fuori controllo e investe anche gli amministratori locali. A Rio de Janeiro mancano medici e posti letti, dopo che il sindaco redivivo Eduardo Paes, uscito miracolosamente indenne dallo scandalo Lavajato, ha chiuso l’ospedale da campo da 2.000 posti letto. A San Paolo la giustizia ha disposto che le scuole devono rimanere chiuse contrariando il governatore Doria che voleva farle partire a febbraio. Ovunque sono state cancellate le sfilate di carnevale, mentre la settimana prossima inizia la battaglia per l’elezione dei nuovi presidenti di Senato e Camera. Per far convogliare i voti dei partiti di centro verso i suoi candidati Bolsonaro ha promesso la creazione di tre nuovi ministeri; turismo, sport e pesca. È cruciale per lui controllare i lavori del parlamento per bloccare eventuali campagne di impeachment e mantenersi in sella in vista delle elezioni del prossimo anno. —