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 2021  gennaio 30 Sabato calendario

Macron parla dell’Italia, del Recovery, di Regeni

PARIGI – «L’Italia ha bisogno di stabilità. L’Italia ha bisogno del Recovery Fund». Emmanuel Macron segue da vicino la crisi di governo ed esplicita subito quale siano secondo lui le priorità. Nel salone Napoleone III dell’Eliseo, il leader francese sorseggia un caffé e beve una spremuta. Il presidente, che ha avuto il Covid a Natale, appare in stile esitenzialista, giacca e maglione nero a collo alto, si toglie spesso la mascherina, nera pure quella. Prende le domande una dopo l’altra nell’incontro con un gruppo di giornalisti della stampa estera, tra cui Repubblica. Un’ora e mezza di colloquio durante il quale capo di Stato parla a tutto campo, dalle polemiche sui vaccini, ai primi contatti con Biden, dalla Cina al dossier del nucleare iraniano. L’unico punto sul quale rifiuta di rispondere è l’ipotesi di un terzo lockdown per la Francia.
«Ci sono molte crisi politiche in Europa in questo momento. Penso che tutto sia legato alla tensione che le pandemie creano sulle società» osserva Macron quando gli chiediamo se è preoccupato dalle trattative per trovare un nuovo governo. «Esprimo il mio sostegno e la mia amicizia al presidente Mattarella, che ancora una volta avrà un ruolo molto importante nelle prossime ore e nei prossimi giorni per trovare un equilibrio politico». Il leader francese mantiene un solido rapporto di fiducia con il capo di Stato italiano che già nell’inverno 2019 era stato determinante per risolvere la crisi diplomatica tra Roma e Parigi.
Macron fa attenzione a non interferire negli affari interni di un Paese che peraltro ama e conosce. «Penso che il premier Conte abbia fatto bene a fare tutto il possibile per far funzionare il Recovery Fund. Spero sinceramente che la soluzione venga trovata presto e che l’Italia possa beneficiare del Recovery. So che il presidente Mattarella ha un reale desiderio che l’Italia benefici al più presto dei fondi europei. Questo è l’unico augurio che faccio, perché prima si risolve questa crisi politica, prima l’Italia potrà beneficiare della forza di questo piano di rilancio e rispondere così ai suoi problemi economici e sociali».
Il caso AstraZeneca
Con i ritardi sulla distribuzione di dosi che alimentano sospetti sui laboratori, la posizione della Francia è netta. «Sosteniamo l’azione della Commissione per verificare che non ci possano essere impegni contrattuali rivisti alla luce della pressione di altri Paesi” dice Macron. «C’è stata una mancanza di trasparenza nelle informazioni fornite ad un certo punto da AstraZeneca. Vogliamo essere sicuri che se le persone che non onorano il loro contratto non lo fanno perché stanno consegnando più dosi altrove».
Macron è preoccupato perché, dice, il prodotto di AstraZeneca sulle persone oltre i 65 anni, forse anche di 60 anni, sarebbe «quasi inefficace». «Il vero problema è che non funziona come previsto. Stiamo aspettando di vedere i risultati dell’Ema». La Germania ha già annunciato che non autorizzerà questo prodotto per le persone oltre i 65 anni. Un dettaglio che rischia di stravolgere le campagne di vaccinazioni in Europa. «Se mi forniscono un vaccino che funziona molto bene per le persone sotto i 55 anni è fantastico a lungo termine, ma non era esattamente quello che avevamo previsto sulla tabella di marcia».
L’Europa in ritardo
Nel «benchmark» della vaccinazione, così lo chiama Macron, ovvero la corsa a guardare chi fa meglio, l’Europa è clamorosamente in ritardo. «Sul fronte della salute – ammette Macron – le prime settimane della crisi sono state una cacofonia. Dopo ci siamo coordinati meglio e abbiamo costruito una competenza sanitaria comunitaria che prima non esisteva». Per difendere l’azione Ue il leader aggiunge: «Dobbiamo tenere a mente che l’epidemia si fermerà solo quando, a livello delle placche continentali, i luoghi dove la gente si muove, saremo tutti vaccinati insieme».
Intanto, con un numero record di persone vaccinate nel Regno Unito, i brexiters possono rivendicare di aver avuto la giusta strategia. Un paragone che ovviamente non piace a Macron. «Bisogna stare molto attenti. L’obiettivo non è quello di avere il maggior numero possibile di prime inoculazioni», spiega il Presidente contrario ad allungare la seconda dose fino a sei settimane come fanno i britannici. Sui ritardi nell’arrivo di nuovi vaccini, Macron osserva: «Nessuno aveva previsto che ciò che avrebbe funzionato meglio e più velocemente sarebbero stati i vaccini più complicati». A proposito dei prodotti sviluppati con biotecnologie sviluppati da Pfizer/BioNTech e Moderna fa una metafora. «Quello che questa crisi ci sta dicendo è che la Twingo impiega più tempo per essere prodotta rispetto alla Tesla che non era mai stata prodotta prima. È esattamente quello che è successo».
La nuova America Il primo contatto con Joe Biden è stato positivo secondo il Capo di Stato francese. «È una persona con cui la discussione è molto piacevole». Macron ha illustrato la sua idea di «autonomia europea». «Ho potuto spiegarla al presidente Biden, compresa nell’articolazione con la Nato. Dal punto di vista militare, la ricerca dell’autonomia non significa che vogliamo sciogliere le alleanze ma essere un partner credibile e autonomo. Cooperare significa scegliere di lavorare insieme per valori e obiettivi comuni. Il giorno in cui cooperare significa dipendere dal fatto che sei diventato il vassallo di qualcuno, sparisci».
La prima conversazione con il nuovo presidente democratico ha gettato le basi su questioni strategiche. «Mi ha detto: “Ti capisco perfettamente e lavoreremo insieme"» riferisce Macron, il leader europeo che più spinge per sviluppare la difesa europea. «È essenziale che anche l’Europa si prenda la sua parte di fardello, ma in un contesto in cui abbiamo anche bisogno di più coerenza nella Nato e quindi di un impegno comune verso la Turchia ed altri soggetti». Nella relazione con Pechino, Macron parla di un «dialogo strutturante» sull’accordo Ue per gli investimenti di fine anno che, sottolinea, è soltanto una «tappa che non chiude l’argomento». «Ma per la prima volta, ed è il motivo per il quale accetto questo momentum, la Cina ci sta dicendo che vuole impegnarsi nel rispetto dei diritti del lavoro e nelle regole dell’Omc sul lavoro forzato».
Il pericolo iraniano
Con l’arrivo di Biden, la posizione europea si allinea a quella di Washington sull’accordo nucleare JCPOA con l’Iran. Che cosa può fare ora Macron per trovare una soluzione? «Ho già contribuito abbastanza con il premio della critica, ma non con il premio del pubblico» ironizza il Presidente, attore di punta sul dossier. «Sono lucido. Credo che l’amministrazione americana non abbia bisogno di me per la mediazione». Il leader francese parla di una «finestra di opportunità» tra adesso e le elezioni in Iran di giugno. «Penso che dobbiamo approfittarne» dice, sottolineando che c’è urgenza perché «gli iraniani hanno ripreso le loro attività di arricchimento» dell’uranio. L’accordo del 2015 va ampliato, prosegue Macron. «Dobbiamo completarlo con le attività balistiche. La Francia può aiutare a tenere meglio conto degli interessi dei partner della regione per avere un’agenda di fiducia con l’Arabia Saudita e Israele».
Il caso Regeni
Quando gli si chiede delle polemiche in Italia sulla consegna della Gran Croce della Legione d’Onore al presidente egiziano Al Sisi, Macron risponde: «Capisco perfettamente l’emozione». Ha visto i messaggi di intellettuali come Corrado Augias, che hanno deciso di riconsegnare la loro Legione d’Onore. «Penso che bisogna vedere che cos’è la Legione d’Onore per un leader straniero e la storia dietro questa onorificienza. Tutto questo è perfettamente spiegabile, in un quadro totalmente trasparente perché il presidente Sisi è anche un alleato contro il terrorismo». Macron aggiunge: «Quando abbiamo dovuto discutere con l’Italia della liberazione dei pescatori in Libia, Sisi ci ha aiutato per convincere Haftar». Il presidente mostra di essere consapevole di come le autorità egiziane impediscano di far verità sulla morte di Giulio Regeni. «Voglio davvero chiarire ogni equivoco sul fatto che ci sia una forma di compiacimento o di mancanza di percezione su quello che mi state dicendo, al contrario». La Francia potrebbe fare qualcosa per aiutare l’Italia su questo caso? «Sto continuando il lavoro e mi impegno a chiarire questioni delicate per i nostri amici europei».