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 2021  gennaio 30 Sabato calendario

Biografia di Patrizia Goitini (ad di Bnl)

Dopo ben ventidue anni Luigi Abete lascia la presidenza di Bnl. Eppure, nonostante la decisione non sia banale, la “vera” notizia del comunicato della banca controllata da Bnp Paribas non è quella: la novità è la scelta per l’ amministratore delegato è caduta su una donna, Elena Patrizia Goitini. La prima donna a ricoprire una carica operativa di vertice in una grande banca italiana – per quanto a controllo francese – la prima che potrà dirsi «alla guida» di una banca di dimensioni importanti. Andrea Munari, attuale ad di Bnl e nella banca dal 2015, prenderà il posto di Abete a fine aprile, quando ci sarà il rinnovo delle cariche, con l’assemblea per il bilancio 2020.
Goitini è entrata solo nel 2019 in Bnl, come responsabile della divisione Private Banking e Wealth Management. Nata a Milano nel 1969 e laureata alla Bocconi, ha iniziato la sua carriera in Pwc per poi passare al gruppo Unicredit, dove ha ricoperto vari incarichi in Italia, Germania, Austria, Turchia e Polonia; nel 2013 era ritornata in Italia, in posizioni di vertice. Tra l’altro Unicredit è stata una buona fucina sotto questo punto di vista: per 30 anni ci ha lavorato un’altra donna “forte” nel mondo della finanza, Marina Natale, attuale amministratore delegato di Amco; una quasi-banca, una struttura dedicata alla gestione dei crediti in difficoltà che escono dai bilanci delle banche.
È il ruolo che più si avvicina a quello di ad di un istituto di credito di dimensioni rilevanti (una ricerca del sindacato Uilca aveva censito una donna ad tra le banche popolari e 12 alla guida di Bcc). Nessun’altra finora ha guidato un istituto di credito, l’unico parziale precedente è quello di Alessanda Perrazzelli, che prima di diventare vice direttore generale della Banca d’Italia era stata Country manager di Barclays Italia. Così come hanno una posizione di grande rilievo Maria Luisa Gota, ad di Fideuram vita, o Anna Tavano, capo del Global banking di Hsbc Italia. Fuochino, ma non è la stessa cosa. Il quadro migliora se si considerano i presidenti di banche: basti pensare a Patrizia Grieco, che in Mps ha fatto staffetta con Stefania Bariatti, a Letizia Moratti (ex presidente del consiglio di gestione di Ubi) o in un settore contiguo a Claudia Parzani (presidente Allianz Italia).
Ma un conto è essere importante e un altro è essere il capoazienda. Quella che comanda. E sotto questo profilo il mondo del credito ha dimostrato di essere particolarmente restio ad aprirsi, tanto che a parte Ana Botin, potente presidente esecutivo del Santander, si fa fatica a trovare altri ruoli di comando anche in Europa. Christine Lagarde, presidente della Bce, è ovviamente un discorso a parte. Non a caso l’Eba (l’Autorità di controllo delle banche) in uno studio del febbraio scorso ha analizzato 834 banche europee, verificando che solo il 41,61% aveva adottato iniziative sulla diversità di genere e due terzi delle banche Ue avevano solo uomini ai vertici. Tanto che l’Eba aveva concluso la ricerca raccomandando maggior equilibrio di genere.