Corriere della Sera, 30 gennaio 2021
Carmagnola, uccide moglie e figlio e tenta il suicidio
«Porto con me mia moglie e mio figlio». Sono le ultime parole scritte da Alexandro Vito Riccio, 39 anni, in un biglietto lasciato nella cucina della sua casa di Carmagnola, in provincia di Torino. Mancavano pochi minuti alle 2 di notte e il rappresentante di commercio aveva appena massacrato la moglie Teodora Casasanta, 38enne psicologa, e il figlioletto Ludovico, appena 5 anni. Li ha colpiti decine di volte con tutti gli oggetti che aveva trovato in casa e poi ha tentato di suicidarsi tagliandosi i polsi e gettandosi dal balcone del secondo piano. Si è fratturato una caviglia, lo sterno e una vertebra, ma non è in pericolo di vita e i carabinieri lo hanno arrestato mentre cercava di risalire le scale. A scatenare la follia omicida dell’assassino sarebbe stata la decisione di Teodora, che due anni fa lo aveva riaccolto in casa dopo una prima separazione, perdonando anche una relazione con un’altra donna, di interrompere definitivamente il loro rapporto.
Si tratta del decimo femminicidio in un anno in provincia di Torino e la terza strage familiare in 4 mesi. Negli ultimi tempi la psicologa di origini abruzzesi sembrava preoccupata e si era rifugiata nel suo lavoro di operatrice sanitaria in una comunità per il recupero dalle dipendenze. «Era molto riservata, ma si capiva che a casa le cose non andavano bene – ammette una collega —. Qualche giorno fa mi aveva detto che avrebbe avuto difficoltà nel coprire i turni perché stava attraversando un momento difficile. Poi però non è mai mancata, amava questo lavoro».
Teodora era partita da Roccacasale una decina di anni fa, con la sua laurea in psicologia in tasca e un grosso carico di speranze. Si era trasferita a Nichelino e aveva trovato lavoro a Sommariva del Bosco, nel Cuneese. Si era innamorata di Alexandro, che per un certo periodo ha lavorato come operatore socio-sanitario nella stessa struttura e si sono sposati nel 2014. «Il matrimonio era stato celebrato qui a Roccacasale – racconta il sindaco del piccolo paesino abruzzese —. Lei era molto legata alle sue origini e tornava spesso a trovare i genitori. Era una ragazza che si è sempre messa a disposizione della comunità, questa tragedia ci ha lasciato sgomenti».
La coppia
Già una volta lei gli aveva perdonato un tradimento, ora aveva deciso di lasciarlo
Solo ad alcune amiche Teodora aveva confidato la sua intenzione di separarsi, mentre i vicini non si erano accorti di niente: «Domenica li abbiamo visti fare colazione insieme al bar, nessuno poteva pensare a un epilogo del genere». In realtà alcuni segnali di squilibrio Alexandro li aveva mandati con i suoi post su Facebook, poi cancellati: «Ho sbagliato, ma saprò rimediare. È tutta colpa mia». Qualche vecchio amico gli aveva chiesto cosa stesse succedendo, ma lui aveva minimizzato, anche se probabilmente stava già pianificando la strage.
Giovedì sera ci sarebbe stata una discussione. Alexandro ha poi sorpreso nel sonno la moglie e il figlio. I vicini, allarmati dalle urla di Teodora, hanno chiamato i carabinieri. Ma quando la prima pattuglia è arrivata nella palazzina di via Barbaroux 45 era ormai troppo tardi.