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 2021  gennaio 30 Sabato calendario

I 180 secondi di Luigi Vitali

Luigi Vitali detto «Gigi» o «Gigino» è tornato nella sua casa di Francavilla Fontana. Primo comandamento che si è imposto: ascoltare il consiglio di Anna Maria Bernini, capogruppo in Senato di Forza Italia: «Io e lei siamo molto amici. Mi ha detto: “Gigi, torna in Puglia, riposa due giorni, ne riparliamo lunedì”».
Eppure l’avvocato pugliese è ancora tormentato dalla notte più lunga della sua vita. Ricostruiamola. «Il Cavaliere mi chiama qualche minuto dopo l’uscita del comunicato pro Conte. Era molto amareggiato.“Luigi, non me lo sarei mai aspettato da te”». E lei, Vitali, come reagisce? «Lo ascolto per tre lunghi minuti che mi sembrano un’eternità. “Luigi, che cosa c’entri tu con quelli?”». In quei 180 secondi Vitali è ancora fieramente contiano. «Ma il Cavaliere insiste, si serve della mozione degli affetti, mi ricorda gli esordi di Forza Italia, la mia prima elezione nel 1996, le battaglie garantiste... “Luigi, siamo insieme da 25 anni”».
C’è qualcosa che non torna in questo racconto: come la blandisce? Con un seggio per le prossime elezioni, con un posto al Csm che lei sogna da tempo? «Niente di niente. Mi sincero che non si torni alle urne. E Berlusconi è stato chiaro nel ripetermi per ben due volte: “Sono stato il primo a dare la disponibilità di un governo di larghe intese”. E poi diciamola tutta. Io sono alla quinta legislatura, aggiunga poi che ci sarà il taglio dei parlamentari. Sono realista, mica scemo».
Attorno a mezzanotte è il turno della telefonata di Salvini. Colloquio che Vitali racconta così: «Salvini esordisce: “Ma dove vai?”». Tutto qui? «Poi mi ha tranquillizzato sul voto spiegandomi che sarebbe stato disposto a parlare con chiunque su fisco e giustizia». Vitali non può deludere Berlusconi e Salvini ma ha già stretto un patto con Conte. A mezzanotte nell’abitazione romana di Vitali si materializzano alcuni amici. «Ci sediamo, sorseggiamo qualcosa e stiamo a parlare fino all’una e mezza». Si vocifera che siano leghisti. «Sono amici romani ma non del Carroccio. Due di essi sono parlamentari del centrodestra. Anche loro sollevano la solita questione: “Perché vai da Conte?”». Avranno poteri magici per convincerla? «Diciamo che dopo aver ricevuto le garanzie politiche da parte di Berlusconi e Salvini ero già tornato nei ranghi».
Scoccano le 2 di notte quando «Gigi» richiama la Bernini: «Anna Maria, stai dormendo? E lei: “E chi dorme questa notte?”. Resto con voi. Spero tu sia felice». La piroetta è compiuta. E Conte? «È una persona gradevole, moderata. Ma io cosa c’entro con quelli lì?». Alcuni raccontano che Vitali sarebbe stato d’accordo con Berlusconi al fine di sabotare i responsabili: «Polpette avvelenate». Come arriva a Palazzo Chigi, tramite la senatrice Rossi? «No, io e Conte abbiamo amici comuni pugliesi». E chi sono? «Non si può svelare tutto». Si è pentito? «Sono consapevole di aver fatto una figuraccia. Ma se rivedo la mia carriera sono consapevole di aver fatto la scelta giusta».