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 2021  gennaio 11 Lunedì calendario

Biografia di Lionello Lupi

Lionello Lupi (1926-2021). Minatore. Già dipendente della Solmine di Gavorrano, Colline Metallifere, a Vermicino. Uno degli uomini che nell’estate del 1981, dopo tre giorni di inutili tentativi di salvataggio, recuperarono il corpo di Alfredino Rampi, caduto in un pozzo profondo sessanta metri. «Lionello era un tipo tosto, ma generoso. E quando gli avevano proposto da volontario di far parte di una squadra di minatori e correre a Vermicino non se l’era fatto dire due volte. Lui, esperto meccanico e capo officina, aveva preparato anche gli attrezzi per cercare di raggiungere Alfredino. “Eravamo andati lì come se fosse stato il nostro citto (bambino nel vernacolo maremmano ndr) — ripeteva commosso — e avevamo fatto miracoli per tirare fuori quel corpicino che, dopo la morte, era stato congelato”. Ma Lupi si ricordava anche la rabbia e le critiche che con i suoi compagni avevano fatto alle pur generosissime operazioni di soccorso. “Era stata usata una sonda da 40 tonnellate ed era stato un gravissimo errore — sosteneva Lionello — perché come dicevano anche i miei compagni le vibrazioni si sentivano sino a cento metri di profondità e avevano fatto scivolare il bambino in fondo al pozzo”» [Gasperetti, CdS]. Ricorda la nipote Beatrice, 31 anni: «Mio nonno era ossessionato dall’idea fissa che Alfredino potesse essere salvato. Era convinto che se si fosse intervenuti in modo più rapido e tempestivo il bambino sarebbe sopravvissuto a quell’inferno». Dopo la morte della moglie era andato a vivere a Grosseto. Da dieci mesi era ricoverato nella casa di riposo «Costa d’Argento» di Orbetello. Ucciso dal Covid. Lascia due figlie: Cinzia e Donatella. Fino all’ultimo ha ricordato Alfredino, come se anche lui fosse stato figlio suo.