Avvenire, 29 gennaio 2021
Sharia, 80 frustate in pubblico a una coppia di omosessuali
Quasi ottanta colpi di frusta ciascuno per «atteggiamento immorale». Sono stati puniti così due omosessuali nella provincia di Aceh, in Indonesia. Una punizione feroce in un Paese che peraltro prevede la pena di morte per lapidazione per sanzionare l’adulterio e altri tipi di reati sessuali – anche se finora è rimasta lettera morta –: l’Indonesia prova a mantenere, almeno in superficie, una identità dialogica, plurale e laicista. Lo scorso novembre i due ventenni erano stati trovati in atteggiamento considerato «indecente» e denunciati dal proprietario della casa che avevano affittato in base a una legge di ispirazione religiosa che nella provincia dove – unica in Indonesia – vige la sharia, punisce anche il consumo di alcool, il gioco d’azzardo, l’adulterio, i rapporti sessuali prematrimoniali ed eventi pubblici considerati «immorali». Sempre ad Aceh, altri quattro persone hanno ricevuto ieri tra 17 e 40 frustate per avere consumato bevande alcoliche o essersi appartate con persone dell’altro sesso.
Lo statuto che garantisce a questa estrema provincia occidentale dell’isola di Sumatra una sostanziale autonomia ha origine nel lungo conflitto tra
forze governative e indipendentisti armati con una forte impronta islamista e nel trattato di pace in vigore dal 2005 che ha sottoposto gli abitanti di Aceh, oggi poco più di cinque milioni al 98 per cento musulmani a una rigida interpretazione dell’islam imposta (anche sui non musulmani) dai “guardiani della morale” e applicata dalle corti islamiche. La stretta del settembre 2014, con la nuova legge che ha imposto pene più severe, ha portato molti nel Paese e all’estero a evidenziare il rischio che le concessioni al radicalismo religioso abbiano creato una “roccaforte” radicale in un’area sensibile del Paese, il maggiore di fede islamica al mondo con 270 milioni di abitanti, e dell’Asia sud-orientale. Chiaro il contrasto con le leggi altrove in vigore nell’arcipelago indonesiano e – per i critici – anche con l’ideologia nazionale Pancasila che non lascia spazio a discriminazioni su base religiosa.