il Fatto Quotidiano, 29 gennaio 2021
Michael Burry, Il finanziere mezzo cieco che ci ha visto bene: guadagna il 1380% in più
Sin da quando aveva due anni è cieco all’occhio sinistro, perso durante una operazione per rimuovergli una rara forma di cancro. Nonostante l’occhio di vetro, però, Michael Burry vede benissimo tra le nebbie della finanza. Come gestore e manager dell’hedge fund Scion Capital (“Il capitale dell’erede”) è diventato una leggenda a Wall Street. Lo raccontano il libro e il film The big short, “La grande scommessa”, nel quale è stato interpretato da Christian Bale – che per quella parte si meritò una candidatura all’Oscar – mentre lui nella pellicola appare in un cameo. Scion Capital, infatti, guadagnò il 726% con la rischiosa puntata vincente sul crollo di Wall Street nel 2007. Ma Burry chiuse il fondo per divergenze con gli investitori che, prima del crollo della Borsa, volevano licenziarlo per i rischi assunti.
L’ultima scommessa vinta da Burry arriva da un’altra puntata ad alto rischio, quella sulle azioni di GameStop. La sua nuova creatura, Scion Asset Management, a settembre scorso possedeva 1,7 milioni di azioni della società di negozi di videogiochi, per un valore di 17 milioni di dollari. Dopo i rialzi, la quota si è rivalutata sino a 252 milioni di dollari, con un guadagno per Burry del 1.380% in meno di quattro mesi.
La vita di Burry è stata in salita: gli è stato diagnosticato erroneamente un disturbo bipolare, il padre è morto per una diagnosi tardiva di cancro. Ha fondato il suo primo fondo coi 20mila dollari ricevuti come risarcimento medico per la morte del padre e altri 50mila ricevuti dalla madre e dai tre fratelli. Il finanziere non riesce a guardare le persone negli occhi, perché il suo occhio di vetro si muove indipendentemente da quello sano. Ciò gli ha dato un carattere introverso.
Nato nel 1971 a San Jose in California, si è laureato in Medicina a Nashville e non ha finito la specializzazione in neurologia a Stanford, mollandola nel 2000 per dedicarsi alla finanza. Burry è specialista nel “value investing”, l’investimento nelle situazioni che ritiene capaci di “creare valore”. Come? In una lettera ai suoi investitori nell’ottobre 2001 ha chiamato il suo metodo “Ick”: “Investire in Ick significa avere uno speciale interesse analitico per le azioni che ispirano una prima reazione di ick!”. Follia? Affatto: la sua analisi ha fondamenti razionali, “tutta la mia selezione dei titoli è basata al 100% sul margine di sicurezza”, ha spiegato più volte. Burry analizza a fondo le questioni che sollevano la sua curiosità, dedicando centinaia di ore alla ricerca ed elaborazione dati. Che svolge quasi sempre da solo.
Già nel 2004, leggendo le statistiche immobiliari e finanziarie, Burry capì che i mutui Usa erano erogati senza garanzie. I mutui subprime a tasso variabile con pre-ammortamento (pagamento solo degli interessi per un periodo iniziale) era una rischiosissima puntata delle banche sulla solvibilità dei clienti ma, alla lunga, una letale roulette russa su se stesse. Il finanziere aveva letto i prospetti di quei mutui e sapeva che i subprime creati nel 2005 avevano un tasso “fisso” iniziale a due anni del 6% ma che nel 2007, alla fine del pre-ammortamento, i loro tassi sarebbero schizzati all’11% annuo. Ne sarebbe derivata un’ondata di insolvenze.
Per scommettere su quel collasso, Burry usò i derivati creditizi sui fallimenti, i Cds, delle polizze assicurative sulle società: chi compra Cds scommette sul fallimento delle aziende, chi li vende sulla loro resistenza. Sono scommesse a somma zero asimmetriche, come alla roulette: se l’azienda non fallisce si perdono al massimo le fiches puntate comprando i Cds, ma se fallisce il Cds può rendere 30, 40, anche 50 volte i soldi puntati. Burry dal 2004 continuò ad accumulare Cds sul crollo di Wall Street. Il mercato era contro di lui e gli azionisti di Scion Capital lo accusarono di essere pazzo. Ma il sistema finanziario era un carrello senza freni in discesa: alla prima curva volò fuori dai binari. Il crollo di Wall Street innescò la crisi globale del 2007-08. Burry aveva visto arrivare il crac, gli altri invece no.