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 2021  gennaio 29 Venerdì calendario

La Cina vieta di fare debito per alimentare la crescita

Ogni promessa è debito. E allora perché non smettere di promettere? L’ipotesi è allo studio della leadership cinese che, secondo l’agenzia Reuters, sembrerebbe aver deciso di non fissare un obiettivo di crescita neanche per il 2021. L’ha già fatto l’anno scorso, complice la pandemia. Ed è stata la prima volta dal 1990. Poi le cose sono andate meglio del previsto e la seconda economia mondiale è cresciuta del 2,3%. L’unica in tutto il globo con un segno positivo è vero, ma non senza sforzo. Per risollevare l’economia dagli effetti dei lockdown, Pechino ha varato una serie di misure a debito: crediti speciali per finanziare infrastrutture, prestiti a interessi calmierati, tagli alle tasse e aumento del rapporto Deficit/Pil al 3,6% per consentire una maggiore spesa pubblica. Così oggi teme che per rispettare irrealistici obiettivi di crescita, le amministrazioni locali finanzino nuovi progetti e tengano in vita le cosiddette aziende di stato “zombie” fino a fare default. E il rischio esiste. Il debito complessivo cinese è cresciuto di circa venti punti percentuali l’anno dal 2008 quando, per contrastare l’impatto della crisi finanziaria globale, Pechino ha varato un pacchetto di stimoli da quasi 600 miliardi. Secondo le stime ufficiali, a fine 2020 il debito è arrivato al 280 per cento del Pil. Un ammontare assolutamente non sostenibile, specie se si considera che sono ormai dieci anni che l’economia cinese non cresce più a doppia cifra. Il mercato obbligazionario cinese, dal 2016 aperto agli stranieri, è ormai il terzo più grande al mondo e ha superato i 13mila miliardi. Ed è solo dal 2019 che i governi locali devono riferire regolarmente dei loro prestiti al governo centrale. Poi è arrivata la pandemia e Pechino ha chiesto alle sue banche di facilitare i prestiti anche alle piccole imprese e, per la prima volta dal 2007, ha emesso quasi 200 miliardi di “obbligazioni speciali” per contrastare gli effetti economici del virus. Nella migliore delle previsioni, nel 2021 la Cina dovrebbe crescere dell’8,4%. Non solo non sarebbe sufficiente, ma i governi locali potrebbero fare ulteriore debito per raggiungere l’obiettivo. E non sarebbe la prima volta perché, come disse il premier Li Keqiang nel 2007, «i numeri del Pil sono artificiali, quindi inattendibili».