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 2021  gennaio 29 Venerdì calendario

Una donna premier. Intervista a Emma Bonino


ROMA – «Magari fosse incaricata una donna come premier! Il Paese cambierebbe simbolicamente e sostanzialmente, credo. Ovvio che non basta essere donne per essere migliori, anche se gli uomini l’hanno sempre pensato di se stessi”. Emma Bonino, storica leader radicale, ha segnato in Italia con le sue battaglie lo spartiacque di modernità e diritti. Ex ministra degli esteri e commissaria Ue, senatrice di +Europa, è reduce dal colloquio al Quirinale.
Bonino, ma lei ha indicato al presidente Mattarella un nome di donna per il governo?
«Al presidente della Repubblica non ho fatto alcun nome. In primo luogo, perché è una prerogativa del capo dello Stato la scelta dell’incaricato/a e ci sono prerogative che non vanno travalicate. E poi perché non vorrei bruciare nessuno».
Una donna rappresenterebbe il massimo della discontinuità?
«Se è competente certamente sì».
Lo ritiene realistico o stiamo parlando del mondo dei sogni?
«È nel mondo degli obiettivi. Le donne italiane hanno competenze, capacità e non devono smettere di lottare per i loro diritti».
Obiettivo lontano la premiership come la presidenza della Repubblica in Italia?
«È che il potere è un afrodisiaco.
Crea dipendenza: chi ce l’ha se lo tiene ben stretto».
In Estonia una donna è diventata premier e ha giurato
nella mani di una presidente della Repubblica donna.
«Osservo che quello è un Paese che guarda alle persone e non al sesso delle persone».
C’è un nome femminile che le piacerebbe? Cartabia?
«No, non entro nel toto nomi. Ripeto: tifo per una donna autorevole e competente».
Pd, 5Stelle e Leu hanno blindato Conte per il quale chiedono un nuovo incarico. Lei è contraria?
«Se capisco bene, la blindatura è per ora. Ma è impressionante che che questi tre partiti della maggioranza non riescano a pensare a una personalità politica più autorevole. Ci vogliamo mettere davanti alle necessità di questo Paese? Servono un piano vaccinazioni credibile, un piano scuola, la ripresa e il rilancio del lavoro con l’utilizzo dei fondi europei di Next generation Eu. Non si può continuare così. Basta fare un giro negli ospedali o parlare con le famiglie, con le aziende che chiudono, con i disoccupati.
Aggiungo che il Recovery Plan che circola dal 12 gennaio è improponibile va corretto rapidamente. Mi accusano di volere far vincere Salvini e e Meloni: è il contrario. Vincono con un governo che tira a campare».
Vorrebbe una maggioranza Ursula? Che forse non a caso si è formata attorno a una donna.
«È una allocuzione un po’ per iniziati. Allude alla maggioranza che ha eletto Ursula von der Leyen presidente della commissione Ue con socialisti, liberali e una parte del Ppe, senza Salvini e Meloni.
Sarei molto felice se accadesse con una donna in Italia».