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 2021  gennaio 29 Venerdì calendario

La Torre botanica di Boeri

Centodieci metri d’altezza, 25 piani, un centinaio di appartamenti in vendita, 420 alberi, 13 mila arbusti: la Torre Botanica sarà la versione riveduta e aggiornata del Bosco Verticale, il grattacielo simbolo della rinascita di Milano nel decennio scorso. Identici i protagonisti: la Coima Sgr di Manfredi Catella e l’archistar Stefano Boeri, per l’occasione in tandem con l’americana Elizabeth Diller, celebre per aver firmato la riqualificazione dell’High Line di New York. E identica l’ambizione: «Trainare dopo un momento difficile la ripresa di Milano e quindi del Paese».
Il super-progetto parte dal restyling del Pirellino, l’ex grattacielo comunale acquistato nel 2019 da Coima dopo un’asta pubblica da 193 milioni di euro, che sarà bonificato dall’amianto e «adeguato ai più alti standard di qualità», insieme col ponte che attraversa via Melchiorre Gioia: svuotato e «alleggerito», diventerà un nuovo «hub» a servizio della città per eventi, mostre ed esposizioni, all’interno di una serra della biodiversità. Il ponte trasformato in serra continuerà a sovrastare lo stradone di Melchiorre Gioia nel frattempo ridotto a quattro corsie per far posto a percorsi ciclabili. Dall’altra parte, a fianco della Biblioteca degli Alberi, crescerà il nuovo grattacielo residenziale, con 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuita in modo tale che le fioriture cambino i colori dell’edificio al variare delle stagioni. Il costo del progetto complessivo sfiora i 300 milioni di euro (compresi i 193 già investiti nell’acquisto del palazzo), mentre per la realizzazione si guarda al 2026 e all’appuntamento di Milano con le Olimpiadi invernali.
In tandem
L’archistar lavorerà alla riqualificazione con l’americana Elizabeth Diller
Il progetto, firmato Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti, ha vinto un concorso internazionale a cui hanno preso parte in totale 359 studi di architettura in rappresentanza di 15 Paesi. «Si tratta di un nuovo paradigma di rigenerazione urbana che interpreta l’agenda del post-Covid», racconta Catella: «Siamo convinti che Milano possa uscire dalla crisi più forte di prima, col compito, oggi più che mai, di portare l’esperienza di questo ventennio di crescita della nostra città nel resto d’Italia per rigenerarla».
Progetto milionario
Al concorso 359 studi di 15 Paesi. Il costo del progetto sfiora i 300 milioni di euro
Archistar, grattacieli, alberi e appartamenti di lusso. Ma anche politica e liti istituzionali. Comune contro Regione, ancora una volta. Perché il Pirellino è finito nell’elenco degli immobili cittadini che beneficeranno del bonus volumetrico del 25 per cento previsto dalla recente legge regionale sul recupero urbanistico. In pratica: i proprietari di un palazzo abbandonato da oltre cinque anni possono ottenere un incremento di un quarto degli indici di edificabilità per il recupero dello stabile. Una legge che ha scatenato polemiche durissime col Comune che ora vuole portare la legge del Pirellone addirittura davanti alla Corte Costituzionale. «Vogliamo rivolgerci alla Consulta, perché quella legge fa male al nostro territorio», ha annunciato qualche giorno fa l’assessore di Palazzo Marino Pierfrancesco Maran. A fine dicembre la giunta aveva comunque dovuto recepire, suo malgrado, la delibera che accoglieva le richieste dei proprietari, «compilando» la lista dei 37 palazzi destinatari del premio. Ma la delibera non sembra destinata ad arrivare a breve all’approvazione del Consiglio comunale. La scadenza è in aprile e la sensazione è che si proverà a prendere tempo. Catella ieri ha però lanciato alla politica un messaggio chiarissimo: senza i bonus volumetrici dal progetto salterà il restyling del «braccio» che collega i due palazzi, il Ponte Serra su via Gioia, lo spazio che si candida a essere tra i più glamour della città.