Corriere della Sera, 29 gennaio 2021
Luigi Vitalia, il trapezista del Senato
Si narra di un trapezista del circo di Pechino famoso per riuscire a cambiarsi completamente d’abito in volo. Ebbene, al senatore Luigi Vitali il trapezista di Pechino non fa nemmeno il solletico. Il nostro acrobata è riuscito a saltare dall’opposizione al governo e dal governo di nuovo all’opposizione nel volgere di una notte, mutando tre casacche senza nemmeno infilarsi il pigiama. Una prova di vitalismo resa necessaria dalla contrazione del vitalizio. Come tanti, il senatore Vitali è guidato da una stella polare: restare in Parlamento fino all’ultimo giorno utile. Temendo che la caduta di Conte coincida con la fine dei giochi, l’altra sera accetta di andarlo a trovare a Palazzo Chigi. Entrato berlusconiano, esce da lì più contiano di Casalino. Va in ufficio e scrive una lettera di congedo ai suoi colleghi di partito: «In un momento così drammatico bisogna pensare agli interessi del Paese». Dopo di che sparisce. «Ha lasciato Forza Italia, ma non si sa più dove sia finito», lancia l’allarme un buttadentro dei Responsabili. In realtà Vitali è a casa sua, intento a pensare agli interessi del Paese, quando in piena notte lo chiama Berlusconi per rassicurarlo che non si andrà a votare. Ma Vitali si fida e non si fida. E se Salvini facesse il matto? Così si fa rassicurare anche da Salvini: tranquillo, vedrai che non si vota.