Corriere della Sera, 28 gennaio 2021
La famiglia di Fendi
Una famiglia (reale o prescelta) di donne forti e potenti. Alla sua prima «couture» per Fendi, Kim Jones s’immedesima a tal punto nella storia della maison romana, scritta da ben quattro generazioni al femminile, che in omaggio decide di celebrare quello spirito con un cast di «ideally family». Al palazzo della Borsa di Parigi, allestito come una sorta di labirinto di vetrine che diventano stanze intime, ad uscire per prima è un’affascinante Demi Moore in lungo e con push up conturbante, per ultima una regale Naomi Campbell avvolta in una cappa dallo strascico chilometrico. Fra le due: Bella Hadid, Kate Moss e la figlia Lila, poi Cara Delevingne, Delfina Delettrez e la sorella Leonetta, Kesewa e Adwoa Aboah, Farida Khelfa. Solo Christy Turlington sfila con il nipote James: entrambi hanno i capelli leccati e un tailleur pantalone dalla mantella vaporosa. E l’androginia sfuma e ritorna, fra una scollatura e l’altra. Perché Jones non fa questione di identità. Lui è cresciuto tra l’Africa ( c’è un tocco «tribale» nella sua visione) e il Sussex, a pochi chilometri da Monk’s House, la casa di Virginia Woolf, e da Charleston Farmhouse, dove si riuniva il gruppo di Bloomsbury, artisti e intellettuali (parenti e conoscenti) dalle menti più che libere.
«Lì trascorrevo i miei doposcuola a disegnare. E ho sempre ammirato il modo in cui quelle persone hanno vissuto le loro vite, la libertà che hanno creato», racconta lo stilista. E legare immagini e suggestioni con i brani e le lettere d’amore dall’Orlando della Woolf, che qualcuno legge durante lo show, è tutt’uno. Quelle vite sono al centro della collezione. Nei tessuti (con ricami che ricordano gli arredi e decori di Bell e Duncan Grant), negli accessori (eccentrici, come le pochette-libri), nell’eleganza ricercata da salotto, negli strascichi primi ‘900. Poi la trasposizione, licenza poetica della creatività, conduce Jones al parallelo con la famiglia, le donne di Fendi e Roma: la tavolozza delle sfumature dei marmi di Galleria Borghese e i drappeggi delle sculture del Bernini. Sino ai materiali italiani, sete per lo più, o le pellicce che sono l’eccellenza dell’artigianato di Fendi: intarsiate e ricamate si confondono con broccati e reti.
«È la terza generazione con una Fendi al timone (riferendosi a Silvia Venturini, responsabile uomo e accessori ndr) e io sono una guest star mentre sta cominciando la quarta (Delfina Delettrez Fendi, responsabile gioielli ndr). Sono quindi circondato da donne, forti e potenti che amo e rispetto e che voglio avere accanto a me, con la loro energia, in tutto quello che faccio».