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 2021  gennaio 28 Giovedì calendario

Il diario di Napoleone sulla battaglia di Austerlitz

Ad Austerlitz, nell’attuale Repubblica Ceca, l’imperatore Napoleone Bonaparte colse la sua vittoria più nota e luminosa il 2 dicembre 1805, sul territorio dell’Impero asburgico, annientando con la Grande Armée le più numerose forze austro-russe. Non stupisce quindi che il documento nel quale il condottiero corso, ormai sconfitto ed esiliato, descrisse l’andamento della battaglia sia andato all’asta per un milione di euro ieri a Parigi.
Il manoscritto di 74 pagine venne dettato da Napoleone al fedelissimo Henri-Gatien Bertrand, un generale francese che lo aveva seguito in esilio sull’isola di Sant’Elena, possedimento britannico nell’Oceano Atlantico meridionale, dopo la definitiva sconfitta dell’imperatore a Waterloo nel giugno 1815. Si può pensare che Bonaparte abbia voluto rievocare nella mestizia il momento più alto della sua parabola.
Nel documento, reperito dal gallerista e collezionista di cimeli imperiali Jean-Emmanuel Raux tra le carte conservate dagli eredi di Bertrand, vi sono anche undici annotazioni vergate da Napoleone di suo pugno in una grafia minuscola. Inoltre il testo è accompagnato da una mappa del piano di battaglia su carta da lucido, disegnata dal generale che assisteva l’ex sovrano. Si tratta di un manoscritto prezioso per gli storici e gli appassionati, che rimarrà esposto fino alla fine del mese presso la galleria parigina Arts et Autographes in questo anno che segna il bicentenario della morte di Bonaparte, scomparso a Sant’Elena il 5 maggio 1821.
La battaglia di Austerlitz, raccontata anche dal grande scrittore russo Lev Tolstoj nel romanzo Guerra e pace, è tuttora studiata nelle accademie militari per la manovra tattica brillante messa in atto dal comandante francese, che disorientò i nemici e li colse di sorpresa. Passata alla storia come «battaglia dei tre imperatori», perché oltre a Napoleone erano presenti l’austriaco Francesco II d’Asburgo e lo zar russo Alessandro I, Austerlitz decise la guerra della Terza coalizione. Il conflitto vedeva la Francia contrapporsi all’alleanza che si era costituita nei primi mesi del 1805 tra Gran Bretagna, Austria, Russia, Regno di Napoli e Svezia, dopo che Bonaparte, già in guerra con gli inglesi dal 1803, si era incoronato imperatore a Notre-Dame il 2 dicembre 1804, esattamente un anno prima della giornata trionfale di Austerlitz.
L’esilio e la vittoria
In esilio Bonaparte ha rievocato quando era diventato il padrone dell’Europa continentale
Napoleone passò il Reno nel settembre 1805 e si diresse a marce forzate verso l’Europa centrale, sconfiggendo gli austriaci a Ulma in ottobre. Il 13 novembre i suoi soldati entrarono a Vienna, ma la campagna non era affatto terminata, perché l’esercito francese si andava logorando, mentre una possente armata russa, al comando del generale Michail Kutuzov, si era unita alle truppe asburgiche.
Bonaparte aveva quindi bisogno di attaccare battaglia in tempi brevi e per farlo simulò di essere più debole di quanto non fosse, traendo in inganno i suoi nemici. Lo scontro si svolse in Moravia, non lontano da Brno. Nel manoscritto Napoleone racconta che ad Austerlitz, località che oggi in ceco si chiama Slavkov u Brna, tutti i militari ai suoi ordini, dai generali ai semplici fanti, erano «decisi a vincere o morire». Forse esagerava con la retorica, ma sta di fatto che dopo nove ore di combattimenti circa 73 mila francesi ebbero la meglio su oltre 85 mila austro-russi, le cui perdite furono, tra morti, feriti e prigionieri, di circa 27 mila uomini, molti annegati in un lago tra le lastre di ghiaccio. Bonaparte perse meno di 8 mila soldati e ufficiali.
La Terza coalizione andò a pezzi e Napoleone assunse il controllo di gran parte della Germania (allora divisa in molti Stati). Ma altre coalizioni sarebbero sorte contro di lui (in tutto furono sette) e infine l’audace corso si sarebbe ritrovato senza corona, in un’isola sperduta, a rievocare la gloria di Austerlitz.