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 2021  gennaio 28 Giovedì calendario

le consultazioni ai tempi del Covid


ROMA —È oggi la giornata che può decidere la sorte di Giuseppe Conte. Alle 17,30 Matteo Renzi e i suoi sono attesi al Quirinale, e davanti a Sergio Mattarella dovranno scoprire le carte. Al Colle danno relativa importanza alle frasi che i vari politici stanno divulgando in queste ore: la vera partita si gioca nel chiuso delle consultazioni, iniziate ieri con i colloqui con i presidenti delle Camere. La presidente del Senato Maria Elisabetta è salita al Colle alle 17 e quello della Camera, Roberto Fico, alle 18; di quest’ultimo l’unica dichiarazione: «Tutti al lavoro per il bene del Paese».
La giornata insomma rappresenta un bivio. O Renzi dice di non avere nessuna preclusione per un Conte ter, allora la crisi si archivia già sabato con un reincarico al presidente dimissionario, incaricato di fare il Conte ter. Se invece Renzi sarà coerente con quanto affermato nelle scorse settimane, da ultimo nel suo video di ieri sera, ovvero porrà un verto su Conte, allora Mattarella dovrà giocoforza chiedere ai rappresentanti di Pd e M5S se sono disposti a seguirlo su questa strada. E tutto si complica inesorabilmente. L’appello «al governo di salvezza nazionale» di Conte non ha smosso granché le coscienze: gli mancano sei senatori responsabili per disporre di numeri che rendano non indispensabili i voti dei renziani a palazzo Madama.
Questo è lo scenario. E dopo settimane di chiacchiere le consultazioni assumono un valore importante per misurare la reale volontà delle forze politiche presenti in Parlamento. Svolgono, come fa notare il costituzionalista Francesco Clementi, una «funzione maieutica». Ma qual è la volontà della maggioranza del Parlamento? È un garbuglio. Stasera ne capiremo qualcosa in più.
La crisi politica si svolge in un contesto che non ha precedenti, nel pieno di una pandemia. Mai si era vista la presenza della stampa contingentata nei saloni del Quirinale, 13 giornalisti estratti a sorte più un fotorepoter che farà le foto per tutti. I giornalisti potranno accedere solo con un referto che attesti un tampone negativo.
E per la prima volta, per ragioni sanitarie, non potranno sostare nel corridoio attiguo allo studio della Vetrata, ma nel grande salone delle Feste, la sala usata solitamente per il giuramento del governo. Ed è lì che delegazioni si presenteranno per fare le loro dichiarazioni pubbliche. Mattarella, mentre raggiungeva il suo studio per l’incontro con Casellati, si è fermato per salutare brevemente i pochi cronisti presenti: «Ne approfitto per auguravi buon lavoro, è una situazione particolare ma siamo nel Salone delle Feste», ha detto.
Tutti i momenti pubblici saranno visibili in streaming sul sito del Colle. C’è poi un’altra differenza col passato: soltanto gli incontri con i presidenti delle Camere si tengono nello studio del Presidente, tutti gli altri si terranno nella sala del Bronzino e nella sala degli arazzi di Lille, alle cui pareti si possono ammirare cinque arazzi tessuti del Settecento. In questi due sale sono stati sistemati due lunghi tavoli dotati di microfoni e divisori in plexiglas. Vi possono trovare posto fino 16 persone, distanziate l’una dall’altra. Alla fine dell’incontro la sala verrà immediatamente sanificata, e l’incontro successivo si terrà nel secondo salone. Alle 10 sono attesi i rappresentanti del Gruppo misto, della Svp e degli Europeisti, «la quarta gamba» che vuole il Conte ter. Nel pomeriggio ecco Leu, Italia Viva e il Pd. Ieri Mattarella ha consultato per telefono il presidente emerito Giorgio Napolitano.
Insomma il duello Conte-Renzi, nel quale ancora tutto è possibile, oggi avrà un suo primo cimento. La crisi verrà verbalizzata, perché quel che avviene nei faccia a faccia finirà agli atti, e dai tempi di Scalfaro non sommariamente. Se verrà fuori che non c’è una maggioranza per il Conte ter, in ambienti parlamentari si parla di un mandato esplorativo a Fico, ma è una voce che non trova conferme.