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 2021  gennaio 28 Giovedì calendario

I migranti e l’aria cattiva

Nel decennio appena nato dieci milioni di esseri umani migreranno per ragioni connesse all’emergenza climatica. L’inquinamento atmosferico uccide 7 milioni di persone all’anno (7.000.000), e sarà uno dei fattori chiave nei flussi migratori del ventunesimo secolo. A essere precisi, già lo è: tanto che in Francia, all’inizio di gennaio, la corte di Bordeaux ha respinto l’estradizione nei confronti di un quarantenne originario dal Bangladesh, perché malato d’asma. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, a livello globale, il Bangladesh si trova al 179° posto (e al mondo esistono circa 195 nazioni). 
Di qualità dell’aria non si parla abbastanza, nemmeno nel nostro Paese, anche se il Nord Italia è una delle zone più inquinata d’Europa; uno dei motivi principali di questo silenzio però, oltre ai meccanismi di rimozione anti-angoscia climatica, è la povertà di buona parte dei 7 milioni di morti. Persone povere, ai margini, evitate come la peste e poco raccontate, anonime.
Non sappiamo il nome dell’uomo che ha vinto la sua causa, ma dal Guardian si può scoprire che il padre è morto di un attacco d’asma, a 54 anni; e che la capacità respiratoria del figlio è passata dal 58% del 2013 al 70% del 2018. La risposta della corte si è basata su prove concrete, sui dati: come risponderà, l’enclave fortunata del mondo, a chi vorrebbe soltanto respirare dell’aria buona?