La Stampa, 27 gennaio 2021
Quelli che "O la sala oppure il film non esce"
Resistere. Ad ogni costo. Nonostante tutto. Il nuovo James Bond No time to Die è slittato all’8 ottobre, ma la data somiglia, sempre di più, a un miraggio inafferrabile. Ne sono saltate talmente tante che anche questa è ormai più una speranza che una realtà. D’altra parte il film è costato 200 milioni di dollari e, per mettere insieme ricavi all’altezza, sono necessari incassi raccolti nelle sale del mercato globale. Aspettare non è una mania nostalgica, non significa restare abbarbicati al sogno demodée del grande schermo. Pesano criteri economici, la convinzione che, soprattutto per certi titoli, il botteghino possa garantire risultati floridi, e pesano le trattative con le piattaforme che, come ricorda Federica Lucisano, ad di Lucisano Media Group (che controlla anche IIF), sono diverse per ogni caso: «Ogni singolo contratto è a se stante, è chiaro che sulla vendita di un film incida la valutazione economica. Se la previsione è che in sala si possano raggiungere 5 milioni di entrate, è chiaro che quel film non sarà mai venduto per 3 milioni».
E allora è meglio farsi coraggio e sperare che, dalla primavera, i sogni si avverino: «Crediamo ancora nella sala – prosegue Lucisano – anche se lo streaming ha rappresentato, in questi mesi, un’alternativa importante e il Covid ha sicuramente accelerato il processo di spostamento del prodotto medio sullo streaming». Per Ritorno al crimine di Massimiliano Bruno due campagne promozionali sono andate a vuoto causa lockdown, ma il cast, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi, Alessandro Gassmann, giustifica i rinvii: «L’importante è che la riapertura sia pianificata con anticipo, ci sia dato il tempo di sensibilizzare il pubblico, che scaglionino le uscite».
Al palo c’è, tra i titoli più attesi, Si vive una volta sola di Carlo Verdone che ha da poco ribadito (durante un convegno Anac) la sua ferma volontà di non tradire la sala, aderendo all’idea di creare una task-force per la riapertura: «Il rispetto verso gli esercenti, l’amore per la sala, ma, soprattutto, l’amore per il cinema, va manifestato con azioni concrete, e io non mi tiro indietro». Ai blocchi di partenza anche Freaks Out di Gabriele Mainetti, Diabolik dei Manetti Bros e Nanni Moretti con Tre piani che, a questo punto, dovrebbe puntare sul prossimo Festival di Cannes, annunciato per luglio. È facile immaginare che, per titoli di questa portata, i giganti dello streaming si siano fatti avanti eccome, a suon di proposte allettanti. Eppure, come accade (almeno fino ad oggi) per alcuni blockbuster d’oltreoceano, alla Black Widow, la parola d’ordine è ancora rimandare: «La nostra strategia – dice Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema – è difendere le sale e mettere al riparo il prodotto, in vista delle riaperture. Contiamo di andare avanti così, certo, se poi i tempi dovessero allungarsi troppo, vedremo». Secondo Nicola Maccanico, ad di Vision Distribution, si aprono scenari interessanti: «Il futuro non smette di accadere – premette Maccanico -. La maggior parte di chi aspetta la sala lo fa nella convinzione di poter avere un ritorno complessivo importante. Il punto è che, con le sale chiuse, c’è una linea di ricavi in meno e quindi una perdita oggettiva, matematica». La novità, adesso, è che «il valore dei contenuti originali, film compresi, si sta scoprendo e diffondendo anche sulle piattaforme». Il successo natalizio di Tutti per 1 1 per tutti ne è la conferma: «È stato un risultato record, un genere di operazione che sarà portato avanti anche dopo, quando le sale torneranno. Invece di tenere il film ai box, abbiamo dato al regista e agli attori la possibilità di dimostrare il loro valore davanti a un grande pubblico».
Il mondo post-Covid vedrà la convivenza di film per la sala e film per le piattaforme: «È un’evoluzione positiva, ci sarà un canale di sfruttamento in più». E tutto questo fuori da una logica di competizione diretta. Le sale saranno sempre più luogo deputato di film-evento e si eviterà quell’«ingolfamento da eccesso di prodotto» di cui ci si lamentava spesso. Tra i film da scongelare subito Maccanico cita Lasciarsi un giorno a Roma di Edoardo Leo, l’ultimo film di Pif e il sequel Come un gatto in tangenziale 2: «È il seguito di uno straordinario successo, merita la visione collettiva». Per Lei mi parla ancora di Pupi Avati si è deciso il lancio (su Sky Cinema Uno e Now Tv) dall’8 febbraio: «Pensiamo sia una buona occasione per far incontrare Pupi e il suo pubblico in un luogo diverso». E poi, all’orizzonte, c’è il pericolo overdose: «Dobbiamo anche evitare – avverte Maccanico – che, nel momento in cui il business ripartità, ci siano troppi film da distribuire».