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 2021  gennaio 26 Martedì calendario

Il Barcellona ha debiti per 1,1 miliardi

Da ieri l’incubo finanziario del calcio nell’era del Covid si può raccontare con la storia più simbolica di tutte: quella del Barcellona di Messi, passato in poco più di un anno e mezzo dall’avvistamento di un fatturato annuo da record (990 milioni) al record del debito (1,1 miliardi). Il cumulo dell’indebitamento è infatti raddoppiato nella stagione 2019-20. Le cifre sono raggelanti: più 55,5%, dai 217 milioni dell’anno finanziario 2018-19 ai 488 milioni dell’esercizio seguente, con l’aggiunta dell’aumento del 31% del debito a breve termine, passato da 505,5 milioni a 731. A gravare sul bilancio sono stati diversi fattori, come gli acquisti per 196,7 milioni, con le pesanti rate da onorare: per De Jong il Barça deve ancora 48 milioni all’Ajax, per Coutinho 40 milioni al Liverpool. È inoltre mancata la compensazione parziale dei 46,4 milioni delle cessioni, perché anche gli altri club europei hanno problemi di liquidità.In generale tutti hanno scontato l’effetto Covid, come si evince dalla pubblicazione della 24ª “Football Money League”, l’annuale classifica redatta da Deloitte: i primi 20 club per fatturato hanno generato nel complesso 8,2 miliardi di euro, il 12% in meno rispetto alla stagione precedente, con una contrazione di 1,1 miliardi, causata dal calo dei diritti tv (-937 milioni, – 23%), dagli sconti concessi ai broadcaster e dagli stadi chiusi. Ma nella stagione in corso, secondo Deloitte, andrà ancora peggio: la proiezione è di oltre 2 miliardi di entrate in meno. Il Barça non si consola certo per avere mantenuto il primato nella classifica del fatturato (715,1 milioni, il Real incalza a 714,9. Seguono Bayern (634,1), United (580,4) e Liverpool (558,6). La prima italiana è la Juventus, decima (397,9, -13%). L’Inter è 14ª (291,5, -20%), il Napoli 19° (176,3, -15%), il Milan 30° (148), mentre la Roma, che era 16ª, esce dalle prime 30 per la mancata partecipazione alla Champions.Per il Barça la crisi finanziaria avrà ricadute sulle elezioni, fissate per il 7 marzo. Per la prima volta a orientare il voto sarà la probabilità che un candidato riesca a risanare i conti, circostanza che non rende sicuro il favorito Laporta: chiuse il suo mandato con un debito forte e i rivali Font e Freixa baseranno anche su questo la loro campagna. Che la situazione sia grave lo dimostra il mancato riscatto di Eric Garcia dal City per soli 5 milioni e il fatto che gli allenatori della Masia, il celebre settore giovanile, siano sotto Erte, la cassa integrazione, come i dipendenti. Il costosissimo Messi è sempre più vicino all’addio, col Psg come destinazione possibile: il club di proprietà qatariota gli può garantire l’attuale stipendio da 43 milioni netti l’anno e un ricco contratto decennale da ambasciatore dell’emirato.