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 2021  gennaio 26 Martedì calendario

Estonia, l’unico Paese con un vertice tutto al femminile

Con Kallas a guidare il nuovo governo, è l’unico Paese con un vertice tutto al femminile. Le ministre sono 6 su 14: fra cui Esteri e FinanzeA Tallinn al potere c’è un tandem tutto al femminile. Dopo Kersti Kaljulaid, diventata nel 2016, a 46 anni e con quattro figli, la prima donna a ricoprire il ruolo di capo di Stato nel piccolo Paese baltico, spetta ora a Kaja Kallas, 43 anni, rivendicare il primato come leader dell’esecutivo. Dove peraltro quasi la metà dei ministeri, sei su 14, compresi gli strategici portafogli di Finanza ed Esteri, sono ricoperti da donne. L’Estonia diventa così il solo Paese al mondo ad avere una donna sia alla presidenza che alla guida del governo.Kaja è cresciuta a suon di politica. È la figlia di Siim Kallas, dirigente del Partito comunista ai tempi dell’Urss, poi, crollato il Muro, presidente della Banca centrale, fondatore e leader del Partito Riformatore, ministro, premier e infine commissario e vicepresidente Ue nella squadra di Barroso. «Non volevo saperne nulla di politica così che nessuno mi paragonasse a mio padre», ha raccontato in passato. «Per questo avevo deciso di dedicarmi alla legge». Finché non ha abbandonato l’avvocatura e abbracciato la sua vocazione. Ora, quando si parla di Kallas, in pochi pensano a Siim.Ex eurodeputata nell’Alleanza liberale Alde, nel 2018 Kallas si era già aggiudicata un record: prima donna eletta segretario del Partito Riformatore, liberale ed europeista. L’anno dopo aveva già provato a diventare la prima donna premier dell’ex Repubblica sovietica dopo aver vinto le elezioni con il 29,6 per cento dei consensi, ma non era riuscita a formare una coalizione. Grazie al sostegno dei conservatori di Patria e dei nazionalisti euroscettici di Ekre, la grande sorpresa del voto con il 17,7 percento, era stato riconfermato Jüri Ratas, leader del Partito di Centro e premier dal 2016.La nuova opportunità si è presentata due settimane fa quando Ratas si è dimesso dopo lo scandalo corruzione che ha travolto il suo partito: segretario generale e altri esponenti accusati di aver accettato donazioni private in cambio della concessione di un prestito statale per un progetto edilizio nel distretto portuale di Tallinn. Incaricata da Kaljulaid, Kallas ha raggiunto un accordo con i rivali centristi. E ieri 70 deputati su 101 del Riigikogu, il Parlamento estone, hanno dato luce verde al nuovo esecutivo che per la prima volta nella storia estone avrà una premier e sei ministre donne. Alle Finanze andrà Keit Pentus-Rosimannus, già Esteri e Ambiente, e agli Esteri Eva-Maria Liimets, ambasciatrice a Praga. «L’equilibrio di genere è importante: ci sono tante donne capaci tra le nostre fila», ha detto Kallas.Grandi sfide la aspettano. Navigare la pandemia cercando di non soffocare l’economia, «come un funambolo su un abisso», ha detto ieri. Trovare una sintesi tra i due partiti di coalizione sui rapporti con la Russia: storicamente vicini a Mosca i centristi, filo-occidentali i riformatori. Non solo. Kallas dovrà ricucire gli strappi causati dai leader dell’Ekre, padre e figlio Mart e Martin Helme, che con la loro retorica xenofoba ed euroscettica hanno più volte compromesso la reputazione internazionale dell’E stonia, diventata negli ultimi anni centro dell’innovazione tecnologica anche grazie al successo di Skype. Dopo il giuramento di oggi, Kallas sarà la quinta donna a sedere nel Consiglio Ue con la tedesca Merkel, la finlandese Marin e la danese Frederiksen. Un buon punto di partenza per riportare il Paese, membro Ue e Nato dal 2004, sulla strada dell’integrazione europea e dello sviluppo.