La Gazzetta dello Sport, 25 gennaio 2021
Fischi ed errori dell’arbitro Fabio Maresca
«Sei sempre tu, Maresca». Antonio Conte ha la memoria lunga e nel finale di Udine ha lanciato il suo j’accuse, a costo di prendersi prima un cartellino rosso per proteste e poi accendere un’aspra discussione con il direttore di gara nel tunnel che porta agli spogliatoi, tanto che si è ipotizzata una lunga squalifica per il tecnico dell’Inter. In realtà, i due si sarebbero poi chiariti ulteriormente e questo dovrebbe scongiurare uno stop prolungato di Conte. Scontato, invece, che il designatore Nicola Rizzoli terrà l’arbitro di Napoli lontano dai nerazzurri per un bel po’. Ma perché sarebbe sempre Maresca, secondo l’allenatore dell’Inter? Conte ricorda uno specifico precedente. Il fischietto campano era il Var di Inter-Parma: un altro pari indigesto per i nerazzurri, condito da un rigore non fischiato su Perisic per fallo di Balogh. Il direttore di gara era Piccinini, ma a Conte non andò giù il mancato intervento del Var. L’episodio ha fatto discutere: tutti concordi nel dire che fosse penalty, meno sull’opportunità della segnalazione di Maresca al collega. Ad avallare la tesi interista (con Marotta che a fine partita parlò di «vuoto normativo») arrivarono poi le parole di Rizzoli, che in tv sostanzialmente colpevolizzò Maresca per non essere intervenuto suggerendo la review a Piccinini. I due furono fermati per un turno.
Serata no
Sabato a Udine l’Inter ha fallito l’operazione aggancio al Milan in vetta e la cosa ha innervosito Conte (e Oriali, a cui il direttore di gara ha rivolto la frase – sbagliando senza se e senza ma – «Bisogna saper accettare il risultato»). Ma al di là delle colpe nerazzurre, l’arbitraggio di Maresca non è stato dei migliori. L’errore evidente? Il perdonismo con Arslan: il centrocampista dell’Udinese, già ammonito, ha steso Lukaku, fermando una ripartenza potenzialmente pericolosa dell’Inter. In questi casi, il (secondo) cartellino giallo è pressoché automatico, ma Maresca lo ha tenuto nel taschino. A irritare Conte è stata, però, soprattutto la durata del recupero: appena 4’. Maresca si è avvicinato alla panchina nerazzurra ammonendo dapprima il tecnico e poi estraendo il rosso. Un episodio che i vertici arbitrali non hanno gradito: a un minuto dalla fine, o Maresca ha sentito qualcosa per cui non può fare a meno di espellere subito o sarebbe stato meglio non ammonire, avvelenando ancora di più il clima. Paradossalmente, poi, il fischietto napoletano è ricordato da tutti per il maxi recupero di Cagliari-Lazio della scorsa stagione, quando i biancocelesti ribaltarono il risultato, vincendo al 98’. Allora Maresca fu scrupoloso nel conteggiare correttamente i 7’ in più, aumentati ulteriormente perché dopo il 90’ ci fu prima un gol e poi una sostituzione. E stavolta? Un po’ meno. Ironia della sorte, lo 0-0 della Dacia Arena ha interrotto una striscia di cinque vittorie consecutive dell’Inter con lui arbitro.
L’annata
Sulle sue qualità c’è poco da discutere, tanto che nel 2019-20 lo stesso Rizzoli lo scelse per diverse partite di cartello (tra cui il derby di Milano). L’annata in corso, però, non è stata ai livelli del passato ed è il tenore delle designazioni a confermarlo: sinora, nessun vero big match. Capita a tutti, calciatori e arbitri, di avere momenti no. Prima di Udinese-Inter, Maresca aveva fatto discutere soprattutto per l’arbitraggio di Roma-Sassuolo. Vibranti le proteste dei giallorossi, con l’allenatore Fonseca espulso per aver contestato il rosso (frutto di due cartellini gialli, entrambi corretti) a Pedro che aveva lasciato i suoi in dieci. La Roma si vide anche annullare, con intervento del Var Guida e successiva review, una rete per fallo di Dzeko (giusto) e contestò un mani in area neroverde di Ayhan e la mancata espulsione di Obiang (solo ammonito) per una brutta entrata su Pellegrini. Alla lista andrebbe aggiunta anche Milan-Torino, ma sulla gara di San Siro Rizzoli si è interrogato piuttosto sull’operato del Var Guida. Non può essere sempre Maresca...