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 2021  gennaio 25 Lunedì calendario

La Raggi imbarca l’amica esperta di burlesque

Nel rimpasto della giunta di Virginia Raggi l’assessorato alla Cultura di Roma è andato a Lorenza Fruci. È una ex compagna di liceo del sindaco. E fino a qui, viva la meritocrazia.
Il curriculum del nuovo assessore è inattaccabile, rispetto agli standard Cinque Stelle. Al confronto di vari ministri e vicepremier del Movimento, la poltrona di assessore è poco. Laureata in Scienze della Comunicazione e un master all’Accademia delle Belle Arti di Roma, la Fruci meriterebbe altro. Se non fa gaffe nei prossimi due-tre giorni potrebbe essere indicata per il posto di ministro per i Beni culturali in un eventuale rimpasto di governo.
Se c’è uno stato emotivo che non si può rinfacciare ai politici Cinque Stelle è l’imbarazzo. Si sentono sempre all’altezza.
Comunque il neo assessore alla Cultura di Roma – ruolo nel quale percepirebbe un senso di inadeguatezza anche un Massimo Cacciari con le competenze storico-artistiche di un Salvatore Settis e la cultura umanistica di Roberto Calasso – ha subito spiazzato i cittadini e la stampa nazionale. Nel suo curriculum spicca una nobilissima passione per il burlesque, che a dispetto degli sprovveduti che fino a ieri lo consideravano un simpatico hobby, è apparso subito invece la tappa fondamentale di un invidiabile cursus honorum che, visto come vanno le cose in Italia, e come è stata venduta la nomina, potrebbe presto elevare la Fruci al rango senatoriale.
Siamo sicuri che il neo assessore saprà stare al passo – oltre a quello di danza di Dita von Teese – dei suoi predecessori, come Renato Nicolini, Gianni Borgna, Umberto Croppi... Zeitgeist e pin up.
Del resto, il burlesque – qualcosa in più dello striptease, qualcosa in meno del cabaret – è la rappresentazione plastica del grillismo. Né sesso né erotismo, il burlesque è come la politica di Di Maio&co. Vuole la trasparenza, ma non ha il coraggio di mettersi del tutto a nudo. E infatti è un teatrino.
Titolo dalla bibliografia di Lorenza Fruci: Quando lo spettacolo diventa seduzione. A volte anche la politica.
Comunque, alla fine comprendiamo il sindaco Raggi. In tempi così difficili per il settore Cultura e Spettacolo, più di un intellettuale che abbia autorevolezza e visione, c’è bisogno di qualcuno che sappia stare sul palcoscenico della politica. Capace di curare – senza sottovalutare il compito – il rapporto con «gli artisti che ci fanno divertire», come diceva il premier Conte.