Corriere della Sera, 23 gennaio 2021
Sull’abito indossato da Lady Gaga per Biden
Sono stati sufficienti pochi secondi perché le immagini facessero il giro del mondo: Lady Gaga che sale sul palco per cantare l’inno americano: emozionata e fiera e felice. Perché era lì, perché era lei e perché per esserci ha scelto un abito-simbolo, firmato Schiaparelli di Daniel Roseberry: l’ampia gonna rossa, il corpetto blu (i colori della bandiera ) e quella grande colomba d’oro appuntata.
La soddisfazione di essere all’insediamento del presidente, come stilista e come americano.
«Da americano a Parigi, perché ora vivo qui! È stato difficile essere così lontano da casa mia in un momento tanto intenso. Ma esserci così è stato emozionante».
Come è stato lavorare con una personalità cosi forte cone Lady Gaga?
«Inizialmente, ho inviato diverse proposte ed idee a Gaga e al suo incredibile team di stylist. Alla fine è stato chiaro quale proposta amasse di più. Voleva uno abito ricco di significato. Ha proposto lei stessa l’accostamento del blu e del rosso, che era geniale, e io le ho suggerito di indossare la colomba. Lavorare con lei è stato davvero un sogno. È una performer unica, le sue doti canore sono rare e non si risparmia mai sul lavoro. Ho provato un misto di emozioni, euforia, gratitudine, orgoglio, umiltà».
In quanto tempo ha creato l’abito?
«Ci sono volute tutte le maestranze degli atelier Schiaparelli qui a Parigi. Hanno lavorato per tutta la settimana, 24 ore su 24. Abbiamo davvero avuto così poco tempo per creare l’abito e assicurarci la vestibilità perfetta. Ma ce l’abbiamo fatta. È una testimonianza delle capacità e delle competenze della maison Schiaparelli. Ci sono persone fantastiche qui».
Una colomba e subito è stato un abito con un messaggio al mondo intero. La moda può arrivare a tanto?
«Un’intuizione immediata. Perché il simbolismo è nel dna della maison ed è l’eredità di Elsa, e ho cercato di tradurlo nella contemporaneità, in un momento così importante».
Le immagini sono volate. Lei cosa ha fatto?
«Ho brindato con il mio team. È stato merito di tutti».