Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  gennaio 23 Sabato calendario

Biografia di Michele Grazioli (genio dell’intelligenza artificiale)

Che cosa potrà mai venir di buono da uno sperduto paese, anzi, dalla frazione di un corpuscolare centro della provincia cremonese? È da qui, infatti, nella campagna sideralmente distante dalle megalopoli tecnologiche, che nasce Michele Grazioli. Siamo nel 1995, e, come stranamente accade quando si scrivono biografie, stavolta non ’corre il lontano anno’. Il ’95 è dietro l’angolo. Michele proviene da una famiglia normale (ammesso che esista più questa definizione). Il padre detiene una piccola impresa edile. Il bambino gioca a calcio, ama la pesca e il computer. È atipico fin dall’asilo: a quattro anni scrive e legge in modo fluente. Ai tempi della scuola media anche la bassa padana viene colpita dalla crisi economica e con essa l’attività di famiglia. Michele ha quella che forse può essere definita la sua più grande intuizione. Il vero problema è intuire. È il riuscire a trovare una logica in quell’adagio ’fammi indovino, ti farò ricco’ che da sempre aggroviglia l’uomo. Ma Grazioli non si affida ai talismani e non tiene le dita incrociate, al contrario, apre le braccia e la mente agli algoritmi, all’intelligenza artificiale. Il problema di suo padre era innanzitutto il riuscire a prevedere il proseguo del mestiere nelle settimane e nei mesi seguenti. Ecco che Michele cerca di trovare nessi tra cause ed effetti tra agenti esterni e le decisioni intraprese. È l’avvio del suo successo. Questa forma mentis porta il ragazzino a osservare tutto in quest’ottica, perfino la sua amata pesca, che diventa in questo modo una sorta di cavia e i cui risultati appaiono fin da subito incoraggianti.Il suo obiettivo ad ogni modo è concreto: fare l’imprenditore. Quei capannoni appollaiati lungo la campagna soncinese lo hanno sempre attratto. E di pari passo la vita dell’impresario: il primo ad esser presente, quasi militarmente, sul posto e l’ultimo a premere l’interruttore per spegnere le luci. Forse per allenarsi a questi ritmi Michele fin dalle superiori anticipava sempre di più l’orario della sveglia, giungendo ad alzarsi alle tre del mattino per studiare e lavorare ai suoi progetti. I suoi successi imprenditoriali sarebbero degni di encomio per il coronamento di una vita e risultano perfino imbarazzanti pensando che quest’uomo ha meno di trent’anni. Negli anni del liceo lancia infatti Divisible Odd la quale dopo un percorso di perfezionamento è giunta ad essere il gruppo odierno, Divisible Global, che consta di otto aziende in tre continenti, con un piano di crescita che si fonda anno su anno dell’80%. Intanto, il ragazzo che si vede sempre più spesso affibbiatoil soprannome di genio della tecnologia, conserva il manto dell’umiltà e si laurea in Bocconi in economia e management e viene consacrato come uno dei massimi esperti mondiali nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, applicata al Proactive Decision Making, e dell’Intelligenza predittiva.Nella lista di Forbes dei cento giovani under 30 più influenti, Grazioli svetta tra i primi cinque. Michele lavora circa 20 ore al giorno, domenica compresa (con ritmi leggermente inferiori, ma meglio non indagare sulla sua concezione di inferiore), è membro del Cda della famosa Promotica Spa e tra le sue aziende c’è Vedrai, che mira a soddisfare le esigenze anche delle realtà più piccole, grazie a metodi che consentano di calcolare l’impatto delle scelte sull’azienda prima ancora che siano state decise.Ma Grazioli riesce tre volte a settimana a trovare il tempo per uscire a cena e dedicarsi a qualche sport. Legge tantissimo, cosa che a prima vista potrebbe apparire anomala per un uomo che ha fatto del linguaggio di Dio, i numeri, il proprio alter ego: due libri a settimana, oltre alla compagnia degli audiolibri mentre si sposta in automobile.Verrebbe da chiedersi: come prevede il futuro chi di per lavoro preannuncia quello degli altri? Il suo obiettivo è, entro il 2025, riuscire a far sì che la sua creatura artificiale possa continuare a sopravvivere senza la sua costante presenza. Come ha dichiarato a Forbes, che gli ha dedicato la copertina: «Ho dedicato parte della mia vita a ridare il tempo alle persone grazie all’intelligenza artificiale. Ma so di non essere un bravo manager. Per fare un paragone con il mio amato impero romano: sarei un ottimo comandante per andare a conquistare nuove terre, ma sarei il peggior funzionario per amministrarle».