La Gazzetta dello Sport, 23 gennaio 2021
Maya Weug, la ragazza della Ferrari
«Voglio far vedere che noi ragazze ce la facciamo e possiamo diventare forti in pista come i ragazzi. L’obiettivo è arrivare in F.1 e correre con la Ferrari». Non sappiamo se Maya Weug riuscirà nel suo intento. Ma da ieri questa 16enne olandese, nata in Spagna da mamma belga e papà dei Paesi Bassi, andrà seguita con grande curiosità e attenzione. Perché, come ci ha spiegato in perfetto italiano («L’ho imparato negli ultimi tre anni in Italia nel mio team di kart») è determinata, ha idee molto chiare, ama il motorsport e la passione le ha già fatto raggiungere un grande risultato: da ieri è la prima giovane pilota a entrare nella Ferrari Driver Academy. Per lei si sono aperte le porte della scuola per giovani aspiranti campioni del Cavallino. Quest’anno la attende una stagione in F.4. E poi chissà.
Giovani talenti
Maya è colei che più si è messa in luce nella finalissima del programma Girls on Track – Rising Stars, l’iniziativa voluta dalla Fia Women in Motorsport Commission, per promuovere l’automobilismo femminile e supportare i talenti più promettenti fra i 12 e i 16 anni. Nelle prove attitudinali che si sono svolte a Maranello la scorsa settimana, ha superato la concorrenza della francese Doriane Pin e delle brasiliane Julia Ayoub e Antonella Bassani. «Molto brave – ha riconosciuto Weug – non pensavo di vincere, ma ero tranquilla perché avevo fatto il massimo». Ieri la proclamazione, in videoconferenza, dalla viva voce di Michèle Mouton, presidentessa della Fia Women in Motorsport.
Pelle d’oca
Un sogno di Maya, che ha ereditato la passione dal padre, si è dunque avverato. Ora sotto col prossimo. «È stata un’emozione incredibile, lo speravo da quando avevo 7 anni e sono salita in kart per la prima volta – ha detto Maya – il campionato spagnolo, le prime gare internazionali, la fiducia che cresceva. Mi dicevo sempre di più che avrei potuto farcela. Così mi sono impegnata e non ho mai mollato». L’impatto con la Ferrari è stato forte: «Eh sì, è bastato indossare tutto quel rosso per avere la pelle d’oca. E poi che professionalità la Academy, è stato ancora meglio di quello che immaginassi. Istruttori preparatissimi, tanti consigli preziosi. Ho imparato molto e sono felice di poter lavorare con loro per un anno».
Donne, manca poco
Maria Teresa de Filippis, Lella Lombardi, Giovanna Amati, donne famose per aver afferrato il sogno F.1. Toccherà ora a Maya? «Chissà – ha detto -, però è vero che i tempi stanno cambiando, si capisce che c’è la volontà di portare una ragazza in F.1. Non manca molto». E la Ferrari, con la sua Academy che ha sposato questo progetto quadriennale della Fia, col suo blasone può essere il trampolino di lancio decisivo. Il team principal Mattia Binotto conferma: «L’arrivo di Maya è un segno tangibile del nostro impegno per rendere il motorsport sempre più inclusivo, nel solco della campagna #weraceasone che vede unita tutta la F.1 e i suoi protagonisti». Molto orgoglioso di questa felice intuizione, anche il presidente della Fia, Jean Todt: «È un momento memorabile nella carriera di Maya Weug, mi congratulo con lei e con le altre finaliste. Il programma Fia Girls on Track – Rising Stars è chiave per il nostro impegno nel supportare la diversità di genere nel nostro sport. Ringrazio la Ferrari e i partner che hanno sposato questa innovativa iniziativa».
Parametro record
Ma quanto è veloce Maya? Nel corso della premiazione ha colpito una frase di Marco Matassa, che dirige l’Academy rossa da cui è uscito anche un certo Charles Leclerc: «Sulla qualità di queste ragazze non c’è da dubitare. Posso solo dirvi che la scelta non è stata semplice e che in uno dei parametri di valutazione abbiamo registrato anche un record per l’Academy. Di Maya ci hanno colpito la dedizione e la preparazione, sia sotto il profilo atletico che sotto quello dell’approccio alla competizione. Nonostante la limitata esperienza in monoposto, ha dimostrato una buona velocità e padronanza del mezzo cui ha saputo aggiungere notevole capacità di apprendimento. Per noi è pronta a cominciare». E le altre finaliste? Non tutto è perduto. La Ferrari ha deciso di dare loro un’altra opportunità, un test con una 488 Challenge EVO, la vettura da oltre 700 cavalli del campionato monomarca Ferrari Challenge che è organizzato su tre serie continentali (Europe, Nord America e Asia-Pacific) e su una regionale per la Gran Bretagna.
Modello di ispirazione
Da ieri, però, sarà soprattutto Maya a incuriosire milioni di bambine che sentiranno il suo nome: «A loro dico di non mollare mai – dice Weug, che nei prossimi giorni tornerà a Maranello per un intenso addestramento in vista della F.4 —, con la determinazione i sogni si avverano, diventare pilota è possibile anche se si è ragazze». Felice, emozionata e una maglietta tutta rossa che dona e non è più solo un sogno. Le si può credere.