ItaliaOggi, 22 gennaio 2021
Il M5s e il mercato delle vacche
In politica, con una robusta locuzione bucolico-zootecnica, si dice «mercato delle vacche» l’àmbito nel quale i parlamentari che si mettono all’asta sono disposti a passare da un gruppo all’altro (o anche solo ad assicurare il loro voto al miglior offerente) dietro compensi o altre utilità. Uno degli argomenti dei pentastellati nella campagna elettorale che li ha resi la più grande forza politica in Parlamento era che loro avrebbero introdotto la moralità in politica spazzando via, fra l’altro, anche il «mercato delle vacche». In questi giorni invece sono proprio i grillini che alimentano entusiasticamente questo mercato. Il Cav, per assicurarsi il voto di Nino Randazzo (del Movimento italiani nel mondo, aderente all’Ulivo), gli scucì 3 mln di euro. Sono cose che non si fanno. Ma almeno il Cav lo fece coi i suoi soldi mentre se un M5s (o simili) assicura il posto da ministro a un «disponibile» lo fa con i soldi di tutti gli italiani. Di male in peggio.