Corriere della Sera, 22 gennaio 2021
Come cambia lo Studio Ovale con Biden
Roosevelt usava lo Studio Ovale come ufficio operativo. Il giorno della sua morte, nel 1945, di fronte alla scrivania c’era una lavagna coperta da una grande mappa del mondo. John Kennedy, velista incallito, lo riempì di modellini di velieri. Ma, presidente dopo presidente, questa sala, luogo-simbolo del potere che emana dalla Casa Bianca, ha subito continue trasformazioni degli arredi e delle decorazioni, adattati, di volta in volta, ai messaggi che l’inquinino di turno voleva trasmettere.
Anche Biden ha fatto i suoi cambiamenti: ha mandato in soffitta le bandiere militari di Donald Trump e il ritratto di Andrew Jackson, presidente populista che cercò di abolire il Collegio elettorale. Un idolo del presidente, anche lui populista, che ha appena lasciato la Casa Bianca, anche se Jackson fu anche razzista: padrone per nulla tenero di schiavi e persecutore dei nativi americani. Suo l’Indian Removal Act che provocò la deportazione di intere tribù e la morte di migliaia di indiani. Nello Studio Ovale di Biden invece, campeggiano sculture di Rosa Parks, donna-simbolo della lotta contro la segregazione, Martin Luther King (c’era anche prima ma Trump l’aveva relegato in un angolo) e di un cavaliere delle tribù Apache mentre dietro la scrivania presidenziale è spuntato un busto di César Chávez, grande leader sindacale ispanico che è stato anche un attivista dei diritti civili delle minoranze etniche.
Quanto ai ritratti, sparito quello di Jackson, il posto d’onore ora spetta a Franklin Delano Roosevelt il cui New Deal degli Anni Trenta ispira Biden, alle prese con una crisi grave quasi quanto la Grande Depressione di quell’epoca. Intorno due coppie di ritratti: da un lato George Washington e Abramo Lincoln, dall’altro il presidente Thomas Jefferson e il suo grande avversario politico Alexander Hamilton che fu uno dei Padri fondatori della Repubblica (e ministro dell’Economia) ma non arrivò mai alla Casa Bianca: una scelta fatta da Biden per sottolineare, come ha detto lui stesso, che le differenze e anche i contrasti di opinioni sono essenziali per una democrazia, se vengono espressi entro i binari di un confronto istituzionale anche aspro. Un altro ritratto, quello di Benjamin Franklin, vuole testimoniare la grande considerazione del nuovo governo per la scienza. L’unica cosa che Biden non ha toccato è la scrivania, la Resolute Desk. Che Trump non ha lasciato imbrattata di graffiti e coperta di cartacce come nella caricatura pubblicata da Time.