il Fatto Quotidiano, 21 gennaio 2021
I concerti sul caicco di Samuel, il frontman dei subsonica
“Conservo ancora il diario, con gli errori sul testo corretti da mia madre”, sorride Samuel. “Avevo sei anni, la canzone si intitolava Fantasia. La prima scritta nella mia vita. Mamma diceva: prendi esempio da Sanremo, quelle sono fatte bene”. Qualche migliaio di brani dopo (“ce li ho tutti nell’hard disk”), il frontman dei Subsonica ha fatto pace con l’imprinting festivaliero.
“Nel 2017 sono andato come solista all’Ariston: sentivo una pressione insostenibile. Nel backstage si muove una folla di tecnici, addetti ai lavori, dirigenti Rai. In attesa del mio turno, mi mimetizzavo nelle ultime file in platea. Osservando gli altri cantanti capivo quali gesti sarebbe stato sensato fare in scena. E mi passava l’ansia”. Quest’anno tiferà per Willie Peyote, Colapesce, Fulminacci. Tre degli ospiti duettanti che troviamo anche nel nuovo album di Samuel, Brigatabianca. Gli altri sono Ensi e il rapper palermitano Johnny Marsiglia. “Musica da assembramento, come sempre per me. Dopo la sospensione forzata del tour con i Subsonica, mi ero ritrovato da solo nel mio studio Golfo Mistico qui a Torino, all’ombra della Mole. Così ho mobilitato gli amici per farmi dare una mano in queste canzoni: accanto alla mia radice elettronica vi ho rivendicato la vocazione cantautorale che da bambino mi aveva fatto innamorare di De André, Conte e De Gregori”. Non vive la pandemia con angoscia, giura, “ma cogliendo le chance che questo tempo ci suggerisce. L’arte e la cultura non esprimevano tensione verso il futuro già prima della tirannia del virus. Ora siamo costretti davvero a ridisegnare il mondo lontani dall’ossessione per l’effimero. E ripensando la fruizione della musica: qualche mio collega minaccia di smettere, se non potrà tornare ai live canonici. Ma forse è solo una richiesta di attenzione: bisogna sperimentare altri percorsi”.
L’estate 2020 l’ha vissuta inventandosi concerti nei cortili e soprattutto in barca, su una goletta attorno alle Eolie, “tra profumo di capperi e il rombo del vulcano, alla riscoperta del mio Dna. Quest’anno si replicherà, con un caicco di 40 metri e la benedizione della Regione Sicilia: sarà un festival navigante. Io timonerò”. Tra i brani di Brigatabianca, Cocoricò permette a Samuel di evocare un aneddoto gustoso: “Una sera a Rimini, dopo un set al Velvet condiviso tra Subsonica e Bluvertigo. Scappammo verso il Cocoricò, le due band stipate nel nostro pulmino, per andare a far nightclubbing con i dj. All’alba tornammo in albergo. Sentii picchiare alla finestra: era Morgan, che saltava tra i balconi. Non accettava che quella notte inebriante fosse finita”.