ItaliaOggi, 21 gennaio 2021
La Russia non può fare quello che vuole
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Ero a Mosca il 19-21 agosto del 1991, in missione di servizio. In quei giorni, i maggiori esponenti del Pcus, il partito comunista, realizzarono un putsch volto a impedire la trasformazione dell’impero sovietico in libera unione di stati e a difendere il ruolo centrale del partito. Gorbaciov venne catturato nella sua dacia e trattenuto in vista dei passi ulteriori. Truppe corazzate vennero schierate, a sostegno del golpe, di fronte alla Duma (il Parlamento). Fu allora che Boris Eltsin presidente di ciò che restava dell’Urss, trincerato nella Casa Bianca, sede del Parlamento, prese in mano la situazione, appellandosi al popolo e denunciando i golpisti.
L’assalto programmato dalle truppe speciali del Kgb venne annullato e la gente si riversò tra i carri armati. Eltsin si arrampicò su un carro, arringò le truppe e ottenne la loro fraternizzazione con i dimostranti in difesa della libertà. Vidi qualcosa mercé la Cnn e rimasi confinato nella mia stanza dell’hotel Metropol, accanto al teatro Bolscioi. Gli amici dell’ambasciata il 19 mi rispedirono per Roma. Dopo, il processo democratico si approfondì (Boris Eltsin), ma la fine dell’economia socialista provocò miserie nere e arricchimenti e una diffusa anarchia.
Vladimir Putin, successore, per elezione, di Eltsin, cambiò musica e protagonisti. Gradualmente, lo stato riprese peso e ruolo e, pur continuando gli arricchimenti e il trattamento di favore nei confronti degli esponenti del Kgb (di cui proprio Putin era stato componente) la Russia riprese il posto che le competeva. I conflitti con gli stati ex sovietici sono stati numerosi e, sin qui, vittoriosi, a parte la situazione Ucraina, ora in stallo. La democrazia è diventata una autocrazia illimitata, nella quale il delitto politico è diventato strumento di governo. In questi giorni il caso Navalny sta facendo traboccare il vaso. Aleksey Navalny, segretario del Partito democratico del progresso, scampato al solito avvelenamento, appena rientrato in Russia è stato arrestato.
L’Occidente sta per reagire. Lo deve fare in modo deciso, giacché la Russia ha più bisogno di noi che noi della Russia. La fermezza (e l’unità di intenti) è la base necessaria per imporre ragionevolezza.