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 2021  gennaio 21 Giovedì calendario

I conti in tasca a Ottaviano Del Turco

Ottaviano Del Turco è malato, ma non certo indigente. Il suo Isee ammonta a oltre 137mila euro. Può contare su un reddito di 92mila euro, ma anche su un discreto conto in banca (circa 65mila euro) e un patrimonio immobiliare personale da oltre 254mila euro. È quanto si evince dalla documentazione fatta pervenire dall’ex leader socialista al Senato, che a dicembre aveva deciso di sospendergli il vitalizio, salvo poi fare subito retromarcia, dopo le proteste di familiari ed ex compagni di partito. Sua Presidenza, Maria Elisabetta Alberti Casellati, intenerita per le condizioni di salute di Del Turco, aveva infatti deciso di mettersi una mano sulla coscienza e l’altra sul portafogli, ben inteso di Palazzo. Ordinando agli uffici di continuare a erogargli l’assegno da 5.500 euro al mese maturato negli anni in cui è stato senatore e che non gli spetterebbe più da tempo: Del Turco, infatti, ha riportato una condanna per le mazzette ricevute quando era presidente della Regione Abruzzo divenuta definitiva già nel 2018, senza che da allora gli siano mai stati chiusi i rubinetti da Palazzo Madama.
Ma per cosa è stato condannato? Per aver ricevuto illecitamente 850mila euro dall’ex ras delle cliniche abruzzesi, Vincenzo Angelini, che pur autodenunciandosi, aveva raccontato di essere stato spremuto addirittura per milioni. Per gli episodi che sono stati provati dagli inquirenti, Del Turco è stato condannato a 3 anni e 11 mesi di reclusione oltre che a rifondere insieme ad altri protagonisti della Sanitopoli abruzzese, i danni di immagine alla regione di cui è stato presidente: 700mila euro a oggi non ancora risarciti. Tanto sarebbe dovuto bastare per ordinare da tempo lo stop al vitalizio, come prescritto dalle regole che si è dato il Senato fin dal 2015 e che, almeno sulla carta, non conoscono alcuna deroga: né in caso di indigenza del condannato, né per malattia invalidante. Entrambe condizioni ritenute invece meritevoli di considerazione solo per i senatori con la fedina penale pulita che chiedano, versando in condizioni di difficoltà, un sostegno dall’amministrazione di cui sono stati inquilini. Anche nei loro casi viene chiesto di documentare l’invalidità al 100% o comunque la malattia grave oltreché la condizione di indigenza.
Pur volendo chiudere un occhio sulle questioni di casellario giudiziario, come emerge dagli indicatori economici certificati dall’Inps con l’Isee, Del Turco ha un reddito di molto superiore all’assegno sociale. Che per il 2021 è fissato a quota 460,28 euro al mese (all’anno fanno poco meno di 6 mila euro con cui campano tanti comuni mortali senza che nessuno faccia un fiato): nel suo caso, solo di pensione, ne percepisce 34 mila. E dunque cosa farà ora Sua Presidenza Casellati, sì sensibile alle vibranti proteste dei socialisti alla Riccardo Nencini? Il presidente del Psi era stato il primo a gioire dopo la retromarcia sullo stop al vitalizio: “Abbiamo vinto una battaglia di civiltà. Sarà ripristinato l’assegno tolto a Ottaviano, un atto gravissimo, poiché rivolto a un uomo gravemente ammalato, ma soprattutto iniquo nei confronti di un uomo politico che ha dato tanto a questo Paese”. Un intervento di buon auspicio anche per altri ex senatori condannati come Vittorio Cecchi Gori, che dice di non passarsela affatto bene, Roberto Formigoni che sostiene di far fatica a sbarcare il lunario. O anche Marcello Dell’Utri, malato oncologico, e perché no, pure Silvio Berlusconi, ché ha una salute ballerina anche se non gli manca di che vivere.